giovedì 13 giugno 2024

Finalmente su questo schermo: fiori di cera...

 



...uno splash fortissimo un frastuono assordante tanti punti esclamativi che zampillavano sulle nostre teste i due mondi dopo essersi toccati tornavano ad allontanarsi e poi a ricongiungersi per rimbalzo a staccarsi di nuovo. 

Il mondo è uno e quel che c’è non si spiega senza… confronto l’angolo delle lancette con l’angolo di tutte le lancette che vedo fiume fuoco vortice vulcano. Spostiamo il centro del mondo la prima cosa che colpisce è la luce, gran luce ovunque, tanto sole, un calore abbagliante e la vita in un piccolo paese al cui centro sta l’ombra generosa e fresca di un albero, una immensa quercia, l’intera comunità ruota intorno a questo albero, ci si ripara, si decide, si racconta, si aspetta l’arrivo della sera. 

Il paese è questo delicato equilibrio, questa perfezione costruita attorno ai luoghi della natura. Lo guardiamo e non lo vediamo, lo cerchiamo e non lo troviamo, lo ascoltiamo e non lo sentiamo… eppure esiste il filo invisibile che ci lega alla realtà del continuo infinito presente, istante per istante, al di là della invenzione delle nuvole. 

Vado spesso al mare, sulla spiaggia trascorro gran parte del mio tempo meditando passeggiando e ascoltando… si dice che il suono del mare apre i chakra equilibra il karma purifica l’aura. Valorizziamo  quindi l’incontro.  Spesso si tratta di un lavoro di archeologia delle relazioni sociali, artigianato della cultura che ricostruisce pazientemente reti emotive attraverso il potere del linguaggio universale esistenziale. 

Nell’incontro lasciamo fuori ansie quotidiane, impariamo a vivere assieme e a caricarci di poche aspettative, trasmettiamo sensazioni e stati d’animo adattandoci alle situazioni nel grande giardino delle emozioni: lentezza! 

Nasciamo soli su questa terra subito trafitti da un raggio di sole ci illuminiamo d’immenso amore, canto disperato di stelle su questo atomo opaco di luce: addà passà a nuttata! 

Si è fatto giorno! qualsiasi sia il contesto cerchiamo di sentirci sempre a nostro agio in questa dimensione, siamo unici e irripetibili. 

Ma l'ego è la causa di tutte le follie. La saggezza nasce dalla accettazione. Insignificante zero virgola zero zero eccetera per cento fino a scomparire nella fitta nuvola la vertigine di un vuoto tutto il possibile tutto l’altrove l'altra volta altrimenti possibile uh uh (aperte le virgolette spirituale chiuse le virgolette) e di sapere la serie di cui questo secondo fa parte è aperta o chiusa se vogliamo vivere estensivamente il nostro istante-universo per fermarci nel tempo possiamo muoverci col tempo.  

L’unica azione possibile sullo spazio è la negazione dello spazio verso la sua irraggiungibile circonferenza: in qualsiasi punto noi ci troviamo l’ipersfera si allarga intorno a noi in ogni direzione, il centro è dappertutto dove siamo noi. Andare più profondo vuol dire scendere in noi stessi. 

O...o fece varie conferenze su questo argomento fluw senza dubbio è contenta e mi domando se davvero questo mondo è il nostro mondo, quello che c’è e quel che non c’è, con wha potevo fare solo quello che avevo voglia di fare in quel preciso momento. 

In una piccola casa rurale un giorno Giovanni dice alla moglie Maria: "...per favore vai a la puteca a comprarmi cento grammi di pane bianco che mi sento poco bene, dopo glielo paghiamo. Quando la donna torna con la fetta di pane Giovanni dice: "Marì vai a riportarlo che ora mi sento meglio, che poi non si sa come e quando riusciamo a pagarlo..." 

Questa storiella per dire che un tempo il pane bianco era considerato come una medicina. Oggi al bar abbiamo trattato di somarologia, Giorgio mi ha raccontato la storia di Mezzalira personaggio della sua terra di origine, alto cosi, che non riusciva a salire sull’asino per quanto era basso e allora lo riempiva di bastonate. Ieri sono andato al supermercato e la ragazza della cassa guardando i miei pantaloni afgani col cavallo basso mi ha chiesto: "...sei arabo? turco?", le ho risposto, "e tu come ti chiami?".  Guardando la bottiglia di birra che avevo in mano: "na bir…!".  Per curiosità il proprietario del supermercato è arabo e si chiama Alì Menthar… 

Guastameroli,  verso la metà di  giugno  2024, sulla piazza suonano le campane squillando chiassosamente le persone si incontrano e parlano senza seguire un argomento ben preciso. In questi giorni inizia il solstizio estivo, il periodo più bello dell’anno in quanto a luce entusiasmo gioia frenesia di vita che si riscontra nel canto degli uccelli nel ronzare degli insetti, nel profumo dei fiori, un'onda di luce intensa si espande da est verso ovest seguendo il moto del sole. Anche l’essere si sente rinfrancato dalle lunghe giornate di luce e la notte è piccola e lascia spazio ai caldi sogni estivi. 

Siamo come l’acqua che scorre nel fiume, ci raccontiamo e ci ascoltiamo con esercizi di movimento spontaneo, ognuno con il suo tempo e ritmo… respiro. 

Sento che intorno a noi ci sono tutti i volti del mondo, vedo tante facce che cercano un segno e un gesto. So dove ci porta il vento: cristallizzazione amorosa la compresenza dei tempi nell’universale singolare passione di vita il nostro mondo senso e significato singolarità selezionata indecomponibile totalità dall’universale astratto all’universale concreto infinita contemporaneità dell’esistenza coesistente nel contemporaneo della contemporaneità illimitata un contemporaneo degli uomini nuovi nell’alterità del presente l’eternità individuale: caffè, mela, cannella. 

Il sole oggi è forte, un gatto fa l’equilibrista sul parapetto del balcone il muro scrostato della casa di fronte sa di epoca industriale per fortuna ci sono i davanzali con le piante ghitamrita.

Preferisci andare di fretta, essere felice oppure esserci? Mònonmeloricordo in questo momento di sana e robusta costituzione la gente o l’agente per dare un senso a questa storia: una tartaruga dopo sette anni riuscita faticosamente a superare un ostacolo e ricadendo subito indietro esclama: mannaggia la fretta…!
 
Ferdinando Renzetti, poeta bioregionale



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