venerdì 19 aprile 2013

Contributo alla Festa dei Precursori 2013... scrive Antonio D'Andrea, sulla società matriarcale e sull'ortica


Karo Paolo, ho iniziato a leggere il tuo libro Riciclaggio della Memoria. Bravo. Ci voleva. Ci tengo a contribuire all'incontro della Festa dei Precursori a Treia, per cui ti invio un testo, come mio intervento, e che considero il frutto del mio percorso e del mio vissuto e riflessioni. PS. Il top sarebbe se con Sonia faceste una passeggiata alla solita chiesa abbandonata dove cresce quella pianta di rose selvatiche profumate e quel bel campo di ortica...

 Antonio D'Andrea che raccoglie l'ortica


Intervento:


Da soli dieci anni il 1 febbraio ricordo la mia data di nascita (1953) festeggiando mia madre perché mi ha donato la vita. E inoltre ci ha messo tutto l’amore, anche se avrebbe desiderato un’altra bambina perché disgustata dal mondo maschile, e tutta la sapienza acquisita dopo aver messo al mondo altre tre figlie/i. Ricordo la mia infanzia, almeno il rapporto con lei come delizioso, bello, luminoso con il contributo di sua sorella, zia Elena, nonostante il clima patriarcale pesante.

Grazie alle sue mediazioni e attenzioni mi ritengo fortunato e di aver ricevuto una base psico relazionale e gioiosa-avventurosa che mi ha accompagnato, credo, per tutta la vita.
La gravidanza e la possibilità e capacità di dare la vita viene banalizzata dalla “cultura” patriarcale che invece di essere riconoscente verso le donne e quindi costruire una società a misura di donne e bambine/i il cui benessere è fondamentale per tutta la società e quindi favorire un clima conviviale.

Ma il modello patriarcale prevede che la realizzazione del maschio, messo al centro sia della famiglia che della società, si realizza nel lavoro per il sociale e nella creatività, secondo molte psicologhe e ricercatrici, e sono d’accordo, per invidia e in competizione esistenziale con le donne.

Il modello stesso della famiglia, nucleo fondato sul dominio del maschio, il Pater Famiglia romano aveva potere di vita e di morte su moglie e figli/e, non creava né vita conviviale gioiosa né aperture mentali e psichiche per cui invece di vivere già la felicità questa diventa una sete continua degli individui maschi per cui hanno bisogno sempre di falsi e grandi obbiettivi, traguardi, mete creando il modello del genio, dell’eroe guerriero, del missionario e /o l’amore come droga e come terreno di lotta, possesso, regolamentazione contrattuale…..

Invece nel modello patriarcale il nucleo era il clan esteso di tre generazioni di donne e l’amore veniva vissuto non sotto lo stesso tetto e quindi gli amanti non mettevano su famiglia con costi esistenziali, ecologici e economici enormi e rischio di violenze verso le donne ma si incontravano o di notte presso la camera di lei oppure a scadenze saltuarie. E quando finiva il flusso amoroso non era una tragedia. Inoltre essendoci un’educazione sessuale permanente si aveva coscienza della relatività e precarietà, tendenziali, dei sentimenti d’amore che d’altronde erano vissuti non come questione di vita e di morte ma come accadimenti semplici di una donna e un uomo, o tra due esseri dello stesso sesso, con personalità dialoganti, e senza forzature, per cui non c’erano personalità “difficili” cioè con difficoltà relazionali e quindi la crescita sentimentale era in continua crescita e l’avere più compagni/e nel corso della vita era fonte di arricchimento e non sinonimo di fallimento o rassegnazione.

Mia madre che veniva da una famiglia con molte caratteristiche matriarcali si ritrovò una grande sapienza e generosità e capacità di fare rete e amicizia facilmente per cui nonostante le mille proibizioni e difficoltà della famiglia del marito riuscì a resistere e a trasmettere tutto il suo senso della vita anche rifugiandosi nella malattia.

Personalmente riconosco tutto l’impegno e già tutta la sfera della maternità su cui ha investito e che ha permesso la mia vita e garantitomi una infanzia comunque felice e trasmessomi una complessità della vita e delle relazioni.

Grazie Peppina, grazie di tutto. Evviva le società matriarcali. Festeggio per ringraziarla e introiettare il suo senso della vita e cercare di ricostruire quel mondo conviviale favoloso.


Antonio D'Andrea 

Presidente di Vivere con Cura e fondatore del Movimento Uomini Casalinghi

  Pasta all'ortica fatta  a  Treia


Programma Generale della Festa dei Precursori 2013: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2013/03/essere-natura-nella-natura-nel-costante.html

Nessun commento:

Posta un commento