giovedì 13 settembre 2018

Il Rapporto “Cambia la Terra” sui pesticidi e la deriva del “Bio industriale”

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ARI- Associazione Rurale Italiana esprime soddisfazione per la pubblicazione del Rapporto “Cambia la Terra” sulla sperequazione di sostegni economici e legislativi all’agricoltura convenzionale presentato a SANA, la fiera del biologico, dal quale emerge un quadro fosco ma purtroppo non nuovo per gli addetti al settore. Gli ultimi dati sull’inquinamento ambientale causato dai residui dell’agricoltura e quelli sull’aumento del consumo di fitofarmaci in Italia forniscono forti elementi a sostegno di chi si batte per un cambio drastico di direzione delle politiche agricole europee e nazionali. ARI da sempre sostiene l’implementazione dal basso di nuovi modelli agricoli di sostenibilità sociale e ambientale. 

Proprio perché sappiamo bene che sono gli agricoltori non convenzionali e che lavorano a scala familiare a pagare i costi esternalizzati dell’inquinamento, della burocratizzazione e dell’impossibilità di accedere ai fondi drenati dalle industrie agroalimentari, come membri del Coordinamento Europeo Via Campesina abbiamo formulato delle posizioni ben precise per dire la nostra sulla riforma della PAC. A tal proposito ricordiamo di come migliaia di agricoltori biologici in diverse regioni d’Italia stiano ancora soffrendo per i ritardi dei pagamenti dei premi PAC per il bio non solo dell’annualità 2017, ma anche 2016 e 2015. Lo sviluppo ipertrofico del mercato del biologico, però, deve far squillare dei campanelli d’allarme quando alla base di alcune campagne mediatiche, come quella sull’”olivicoltura biologica intensiva” messa in scena dalla CIA sempre in occasione di SANA, ci sono delle chiare volontà di trasferire i modelli di produzione industriale intensivizzata sotto l’etichetta svuotata del “bio”. 

La bassa densità d’impianto, le policolture, l’alta biodiversità degli agroecosistemi, le piccole superfici aziendali che sfruttano zone impervie e che tutelano il territorio sono elementi cruciali da tutelare delle tante agricolture italiane ed europee. Non si tratta di zavorre del passato delle quali i produttori biologici devono liberarsi per potersi avvicinare ad un modello agroindustriale che si autodefinisce più pulito, ma punti di estrema forza finora osteggiati o tutt’al più ignorati dalle politiche pubbliche. Per questi motivi ARI sostiene qualsiasi iniziativa e campagna a favore di una severa regolamentazione dei prodotti chimici di sintesi e il totale disincentivo al loro utilizzo, sottolineando altresì molto chiaramente che nessuna riforma delle politiche agrarie potrà dirsi completa se non ponga le basi per l’eliminazione delle logiche speculative e di accaparramento dei profitti in agricoltura. Per questo ribadiamo la necessità di tutelare i modelli di produzione contadina attraverso l’implementazione 1) di misure agroambientali e di tutela sociale con condizionalità cogente, 2) di strumenti di regolazione e riequilibrio dei mercati 3) di strumenti che garantiscano prezzi equi per produttrici e produttori, 4) strumenti di redistribuzione delle sovvenzioni PAC alle piccole e medie imprese attraverso l’imposizione di tetti massimi per i contributi ed infine 5) di un secondo pilastro solido per finanziare la transizione e il proseguimento delle aziende.  

Fabrizio Garbarino: +39 347 156 46 05 info@assorurale.it 

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