martedì 30 luglio 2019

2035: "The Ends of the world" - Afa mortale e guerra climatica


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Se l’umanità non interromperà le emissioni di CO2 entro il 2035, le temperature medie annue verso la fine del XXI secolo aumenteranno di 4-4,5° C, ammoniscono gli scienziati.
Ciò significa che metà della popolazione mondiale morirà per catastrofi naturali estreme e l’altra metà comincerà a combattere per accaparrarsi le risorse rimaste. Si profila, dunque, il rischio di una guerra mondiale.

Non è la prima volta

L’estinzione di massa di praticamente tutti gli esseri terrestri è già avvenuta almeno 5 volte. Una di queste, l’estinzione dei dinosauri, si è verificata in seguito alla caduta di un asteroide, mentre le altre per il brusco riscaldamento climatico provocato dai gas serra.
Ad esempio, l’aumento di 5° C delle temperature medie annue, registrato circa 252 milioni di anni fa, ha portato alla morte del 96% di tutte le specie marine e del 73% delle specie terrestri vertebrate, osserva il giornalista Peter Brannen nel libro The Ends of the world. Visti i ritmi attuali di riscaldamento, già verso la fine del secolo il pianeta si riscalderà di altri 4,5-5° C, secondo alcuni studiosi australiani. Se chiaramente nei prossimi 16 anni l’umanità non risolverà il problema delle emissioni di CO2.
Secondo i ricercatori, la quota di fonti rinnovabili di energia (eolica, idroelettrica, solare) nel mix energetico di tutti i Paesi dovrebbe aumentare del 2% annuo, altrimenti dopo il 2035 sarà già troppo tardi. Misure tempestive consentiranno un aumento di soli 2° C entro la fine del secolo. Questo scenario viene considerato relativamente pericoloso: le conseguenze dei cambiamenti climatici non saranno così gravi e l’umanità potrà affrontarle.

Un’afa mortale

Studiosi svedesi, danesi e britannici, però, sono più pessimisti. I cambiamenti scatenati dal preoccupante livello di riscaldamento potrebbero riuscire ad avviare processi sui quali l’uomo non potrebbe agire. Si tratta innanzitutto del disgelo del permafrost, dell’emissione di idrati di metano dal fondo oceanico e della scomparsa delle foreste. Questo, a sua volta, provocherebbe un aumento delle temperature medie di altri 3-4° C. Infine, buona parte della barriera corallina scomparirebbe, le zone costiere verrebbero inondate, il settore agricolo subirebbe ingenti danni.
Inoltre, parte della popolazione sul pianeta dovrebbe fare i conti con un’afa anomala con livelli piuttosto elevati di umidità. In queste condizioni l’organismo non sarebbe in grado di raffreddarsi, cosa essenziale per la sopravvivenza. Per questo, è altamente probabile che sarà impossibile vivere nei pressi dell’Equatore.
Laddove le condizioni atmosferiche permetteranno di non bruciare vivi, incrementerà in maniera sensibile la mortalità per i colpi di caldo. Secondo i calcoli di un gruppo internazionale di esperti, tra il 2031 e il 2080 si morirà molto più spesso per il caldo. Ad esempio, in Brasile la mortalità legata all’afa aumenterà del 770%, negli USA del 400-525%, in Europa del 400%.

Il mondo sull’orlo della guerra

Quando 128.000 anni fa nella regione oggi occupata dalla Francia le temperature medie annue aumentarono bruscamente di 2° C, gli uomini di Neanderthal che vivevano là furono costretti a diventare cannibali. Il riscaldamento mutò sensibilmente il paesaggio: al posto delle praterie comparvero foreste dove era molto più difficile andare a caccia. All’interno della dieta di questi nostri avi i mammut e le renne furono sostituiti da daini, piccoli roditori, tartarughe e serpenti. Per questo, questi nostri avi furono costretti a mangiare i loro simili più deboli per avere proteine animali a sufficienza.
Oggi è poco probabile che il cambiamento climatico trasformi gli uomini in cannibali, ma potrebbe scatenare violenti conflitti armati. Secondo uno studio della Stanford University, in caso di un aumento di 2° C delle temperature medie annue (lo scenario migliore) il rischio di scontri armati nel mondo aumenterebbe del 13%. Mentre se la Terra subirà un aumento del 4%, la probabilità che scoppino guerre salirebbe fino al 26%. Tra l’altro, le guerre avviate tra Stati singoli potrebbero essere inglobate in un macro-conflitto tutti contro tutti.
Già oggi tra il 3 e il 20% dei conflitti armati nel mondo è legato ai cambiamenti climatici, confermano gli esperti. Anche piccole differenze di temperature e cambiamenti nelle precipitazioni possono scatenare violenza: da conflitti tra singoli a guerre su larga scala. Sempre più spesso questi avvengono in caso di un aumento considerevole e brusco delle temperature.
Secondo un gruppo internazionale di studiosi questo potrebbe essere legato al fatto che l’afa è in grado di influenzare la biochimica del cervello distruggendo i neuromediatori che regolano le emozioni. Dall’altro lato, poi, le temperature elevate contribuiscono alla produzione di testosterone nell’organismo, cosa che, a sua volta, influisce sul livello di aggressività dell’uomo. Proprio per questo, ogni anno che passa il numero maggiore di crimini e suicidi si registra nei periodi di afa anomala.
Cielo e diamanti
Anche se venissero rispettate tutte le condizioni dell’Accordo di Parigi sul clima sarebbe praticamente impossibile fermare l’aumento delle temperature medie annue, affermano convinti gli esperti. Tuttavia, vi è la possibilità di frenare questo processo. In particolare, se già ora si riuscissero a ridurre in maniera considerevole le emissioni di gas serra, entro la fine del secolo la Terra si riscalderà di soli 2° C, un valore relativamente sicuro.
Secondo gli studiosi, i metodi più sicuri per combattere il cambiamento climatico sono rinunciare all’uso delle automobili e degli aerei, passare a una dieta vegetariana. Ma vi sono anche alternative più insolite. In particolare, i ricercatori di Harvard hanno proposto di nebulizzare nell’atmosfera piccolissime particelle di diamanti e ossido di alluminio. Ciò diminuirebbe la quantità di luce solare sulla superficie terrestre raffreddando il pianeta.
Nessuno mette in dubbio che questo metodo funzioni, ma sarebbe troppo costoso. Anche utilizzando diamanti artificiali e poco costosi (meno di 100$/kg), si toccherebbero cifre grandissime. Infatti, per mantenere il flusso di radiazione solare al livello necessario, servirebbero centinaia di migliaia di tonnellate di polvere di diamanti ogni anno.
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