sabato 6 luglio 2019

La stachys annua ed il lavoro delle api per la biodiversità...


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In vigna mi accoglie un forte ronzio… e non so come muovermi per paura di pestare il mare di api e bombi che volano da fiore in fiore. Così finalmente ho avuto l’onore di incontrare la Stachys Annua (e grazie Paola Ripesi per avermi aiutato a riconoscerla!). Confesso che desideravo incontrarla ma non l'avevo mai vista prima d’ora... e questa è già una cosa molto triste. Perché la Stachys con le sue straordinarie proprietà mellifere rappresentava in passato uno dei flussi nettariferi più importanti delle api e dei bombi. 

Infatti, gli apicoltori più anziani ci raccontano che una volta qui nelle Marche la Stachys era così abbondante che i campi vibravano di api e un apicoltore poteva a volte portare a casa 100kg di miele da una sola arnia! Oggi sembra una favola, un racconto di un altro pianeta. Perché oggi la Stachys è quasi del tutto scomparsa e il lavoro dell’apicoltore non è più raccogliere miele quanto tentare di tenere in vita le proprie api. Cos’è successo alla Stachys? Perché è quasi del tutto scomparsa dalle nostre terre? Siamo stati noi, ovviamente. Prima dell’avvento dell’agricolture industriale il grano si sfalciava a mano e poi la terra si lavorava con gli animali. Ci voleva molto tempo per compiere questi lavori e nel frattempo fioriva la Stachys. 

Le api si tuffavano sui piccoli fiori con ingordigia, riempendo i melari con il suo nettare. Poi sono arrivate le macchine… sempre più grosse… e lo sfalcio di enormi superfici di terra in poche ore. Poi subito dopo l’aratura, senza neanche dare il tempo alla Stachys di spuntare. E ovviamente abbiamo poi buttato milioni di kg di diserbanti e pesticidi sui nostri campi, tanto per completare l’opera di sterminio. Insieme alla Stachys sono scomparse migliaia di altre specie di piante che facevano parte della straordinaria ricchezza e biodiversità di questi luoghi. Con le continue trinciature e lavorazioni, piante innumerevoli semplicemente non sono più riuscite ad andare a seme. E nel contempo abbiamo ucciso l’humus con i nostri veleni, lo strato vivente della Terra che ospita oltre il 90% della biodiversità del pianeta, e abbiamo inquinato le nostre acque in modo che oggi nessuno può più bere un sorso di acqua fresca da un torrente, e i nostri mari stanno morendo. Anche la mia felicità nel vedere finalmente la Stachys è contaminata.  Avvelenata con la rabbia e la tristezza. 

Mi rimane la sensazione di vedere una scena del passato… un ricordo di un’abbondanza che oggi non c’è più. Sono piena di nostalgia per tutto quello che abbiamo perso e che stiamo perdendo ogni giorno. Quanta bellezza sparisce dalla Terra ogni giorno? Si stima 200 specie tra piante e animali ogni giorno… estinte… per sempre. Mi sento in obbligo di raccontare questa storia… perché ho la voce e la tastiera e la connessione internet per farlo. E perché loro muoiono in silenzio, innocenti e indifesi. Osservo Il lavoro delle api e mi sembra frenetico più che gioioso… stremate come sono da quest’annata e il suo clima impazzito. Ho paura di perderle. Ma resisteremo più che potremo, api e io, come naufraghe su questa piccola isola di Stachys.

Amy Wadman

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