martedì 10 marzo 2020

Marche verdi, grazie all'iniziativa privata - Il caso del bosco di Apecchio


Apecchio -Bosco salvato 
Splendida iniziativa quella posta in essere da un gruppo di amici bioregionalisti: hanno costituito una società, han messo mani al portafoglio e hanno acquistato 33 ettari di bosco sull’Appennino Umbro-Marchigiano per destinarli alla conservazione perpetua mediante un vincolo di destinazione. Niente tagli, niente devastazioni, niente dissesto idrogeologico, niente frane.
Il vero reddito, per la collettività, sta nella tutela del bosco per questa e per le generazioni future, altro che il nuovo Testo unico forestale (decreto legislativo n. 34/2018), foriero di utilizzi prevalentemente di stampo economico per i boschi italiani.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sostiene questa bellissima realtà ed è pronto a fare la sua parte.
Viviamo tempi nei quali a volte si ha la sensazione che le conquiste sociali e culturali degli ultimi 60 anni vengano rimesse in discussione da rigurgiti di ignoranza compiaciuta.
Questo è vero soprattutto in quello che viene definito “campo ambientale”, infelice definizione, perché l’ambiente non è “un campo”,ci riguarda tutti direttamente e il suo stato ci dovrebbe stare piu’ a cuore di tutto il resto. Nonostante si stiano verificando tutti i peggiori scenari previsti dagli scienziati trenta anni fa, il mondo continua a muoversi nella stessa direzione di sempre, alla medesima velocità e solo i recenti movimenti dei giovani lasciano spazio a qualche barlume (niente di più) di speranza.
Ogni tanto, però, emergono delle testimonianze del fatto che anticorpi ancora esistono.


Così si viene a conoscenza che un gruppo di persone si è frugato nelle tasche, ha messo assieme la somma necessaria e, con una modica spesa pro capite, ha acquistato un bosco di 33 ettari sul nostro Appennino (nei pressi di Apecchio, PU).
Risultato immagini per regione marche Apecchio
Le compravendite dei boschi tra privati sono una cosa del tutto normale (in Italia è privato oltre il 70 per cento delle foreste), ma in questo caso c’è un aspetto inedito: lo scopo dichiarato dell’acquisto è quello di “preservare il bosco, restaurarlo, introdurre tecniche di gestione rispettose dell’ecosistema, lasciare alla libera evoluzioni porzioni di superficie, in aperto e dichiarato contrasto con quelle che qualcuno vorrebbe fossero i dettami del TUFF”.
Questo allo scopo di “poter godere di una superficie boscata che rimarrà tale per sempre, che non verrà sottoposta ai disastrosi tagli rasi cui sono soggetti quasi tutti i boschi privati dell’Appennino, che potrà quindi produrre ed accumulare suolo e regimare le acque; servirà a noi e ai posteri”.
Sbalorditivo, ma non isolato, perché i soci della società “Bosco per Sempre Regina” hanno scoperto di non essere soli e che, qua e là per la penisola, altri gruppi, singoli, associazioni stanno cercando di fare la stessa cosa.
Saremmo felici di essere imitati” dicono i portavoce della società, che presto potrebbe essere affiancata da un altro organismo di carattere piu’ sociale, come un’associazione o una fondazione, in grado di raccogliere adesioni e fondi necessari per acquisire altre superfici boschive.

E’ un segnale chiaro e forte per le Regioni e per lo Stato. Il secondo ha creato in passato vaste foreste pubbliche, acquistando dai privati; poi ha delegato tutto alle regioni, che in genere si sono rivelate meno accorte e capaci di gestire il patrimonio pubblico.







Risultato immagini per regione marche
La Regione Marche, per dire, non compra più boschi dagli anni settanta. Così i cittadini si sottopongono ad una autotassazione per proseguire l’opera che le regioni non fanno più: acquisire boschi, creare foreste.
La società “Bosco Per Sempre Regina” ha già organizzato gite sociali nell’area boschiva e già diversi istituti scolastici hanno visitato il sito, che contempla ai margini anche un bel torrente e un paio di cascate.
Ora l’intenzione è quella di creare un percorso attrezzato, un “sentiero natura”, in collaborazione con il Comune di Apecchio. Il sentiero, anulare, parte dal paese e quindi è interesse del Comune sviluppare la cosa.
“Per i progetti ci siamo rivolto all’Università della Tuscia, un Istituto all’avanguardia nello studio dei boschi, delle foreste vetuste, della conservazione dei suoli; con la loro collaborazione cercheremo di ricostruire l’aspetto originario del bosco e di svolgere azioni che vadano in questa direzione”, assicurano i nuovi proprietari del bosco.
A cura del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.
www.salviamoilpaesaggio.it

4 commenti:

  1. Commento di Gianni Luigi Padrin, ricevuto via email:

    "Bella iniziativa idealmente
    Ma ci sono delle parole e concetti anche sbagliati :
    1) Frane : escludendo le frane geologiche, a cui noi non possiamo fare assolutamente niente,
    la maggior parte delle frane superficiali costituite da rocce di diversa grandezza, e terra, è x questo semplice motivo geologico-fisico :
    con i secoli e millenni si accumula tanto materiale sopra la roccia, in pendenza, tanto che il Peso, nel senso della Forza-peso, diventa superiore alla Resistenza allo Scivolamento e quindi Scivola x il suo stesso peso.
    Accade dopo periodi piovosi abbondanti, che ne aumentano il peso della massa, rendendo tutta la massa semifluida.
    Anche a questo NON ci si può fare assolutamente NIENTE.
    Sono pochissimi i casi dove l'uomo ha potere, quando, anche se la massa sopra la roccia è ancora poca, con il disboscamento nella parte alta, si innesca il processo di dilavamento della fessura fra strato roccioso e massa terrosa, che porta allo scivolamento. Il caso emblematico è la Frana fangosa di Sarno.
    Sarebbe caduta comunque, ma anni o decenni dopo. Lo capite se guardate la pendenza elevatissima.
    Cosa che è comunque uno standard nell'Italia che è lo stato + in pendenza del mondo %.

    2) Come fanno nella regione + all'avanguardia in fatto di foreste, il Trentino, 1 parte della foresta/bosco deve essere tagliata a zero ogni tot di decenni, per dare il Giro alla Biodiversità dei Viventi.
    x Viventi si intendono tutte le specie possibili ed immaginabili
    x quel tipo di Clima, Temperatura ed Umidità.
    Questo perchè la foresta cresce e si "Oscura",
    eliminando la maggior parte dei Competitori,
    facendo rimanere solo POCHISSIME Specie
    La Selezione crea l'Anti Biodiversità.
    Su questo potrei parlarVi 1 ora, pur non essendo un esperto, ma se volete l'esperto, allora non bastano 2 ore.
    Per chi conosce la Biodiversità sul serio, e non solo per slogan, è il minimo da sapere.
    Questo sistema a Rotazione Decennale, produce anche Redditto,
    non solo per il Legno,
    ma appunto per la biodiversità =
    + fiori commestibili
    + bacche
    + frutti naturali
    i Funghi commestibili NON esistono in un bosco scuro
    le Api in un bosco oscuro NON esistono = NO miele = 1-2 arnie di Miele Bio ogni 100x100 metri di bosco tagliato......
    Un bosco Oscuro NON serve a niente, neanche x la CO2, perchè comunque gli alberi vecchi muoiono, liberando CO2 e forse anche metano, nella loro degradazione.
    Nel giro di 6 mesi " NASCE un mondo di Vita " nel BoscoTagliato,
    una vera e propria Esplosione di Vita,
    che prima era ridotta a meno di 1 decimo.
    3) in Trentino pagano i proprietari anche x :
    Mantenere alcune zone in semipiano, con solo 1 specie di alberi, il Pino Silvestre,
    tagliando tutti gli altri,
    per la creazione di Zone Prative o/e Boschi Radi/Prati Stabili, adatti ad 1 Altro Ambiente di semi pascolo degli erbivori selvatici e da allevamento,
    con altra Bio Diversità........

    Gianni 348 8729418 - lalibertaepartecipazione@gmail.com "

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  2. Completamente d'accordo con il sig. Gianni. Non sono un esperto di boschi, ma amo camminare nella mia macchia maremmana. Basta entrare in un bosco che non ricorda un taglio da almeno 30/40 anni per rendersi conto che il sottobosco non esiste più, muore all'ombra dell'altofusto. Con un taglio oculato come facevano i nostri vecchi maestri carbonai (lasciando le matrici ad opportuna distanza) non si arreca alcun danno o pericolo, ma vita, biodiversità e nutrimento per molte specie animali.

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  3. Forse è bene quel che vuol fare il gruppo di acquisto o forse è bene quello che dice Gianni. Non sono un esperto, ma un osservatore e mi ricordo che fino a qualche decennio fa le popolazioni vivevano anche del bosco, per cui lo pulivano, lo tagliavano .... lo curavano.
    Forse la classica via di mezzo è sempre la migliore: tagliare gli alberi morti o moribondi, pulire il sottobosco invece che lasciare tutto al suo destino o tagliare interamente aree più o meno grandi.
    Ma....oggi, chi è che va per chilometri dentro un bosco in pendio per pulirlo?

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  4. Se possibile, mi piacerebbe sapere se al nord, e specialmente in Lombardia, ci sono iniziative come quella di Apecchio.

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