venerdì 13 settembre 2024

Il “riciclaggio della memoria” di Caterina Regazzi

 


Ho conosciuto Paolo D’Arpini nell’agosto del 2009, a Calcata. Sono andata appositamente là dalla provincia di Modena, dove attualmente risiedo, per incontrarlo, in quanto, leggendo i suoi scritti, i suoi pensieri, le sue idee su internet, me ne ero innamorata, perché davano un nome ed una forma a idee e sensazioni che nel mio intimo sentivo da sempre.

Fin da bambina (come tutti i bambini) sono sempre stata amante della Natura, delle piante e degli animali, ma anche della Natura inanimata, ed ero anche una bambina un po’ timida e introversa. A volte ricordo che mi piaceva, per raccogliermi in me stessa, trovare rifugio in qualche chiesa. Mi capitò anche a Treia, al Duomo, dove incontrai Don Vittorio, che affettuoso come sempre, si fermò a parlare con me, ma non di Dio.

Leggere quegli scritti di Paolo fu un po’ come vedere una luce che illuminava queste mie sensazioni, me le rendeva più chiare, evidenti e plausibili, anche perché condivise.

E così è cominciato, senza nessuna premeditazione e senza nessuna intenzione, il nostro rapporto in cui, quotidianamente, spontaneamente, mettiamo in pratica, secondo quelli che sono i nostri modi espressivi e le nostre propensioni, il bioregionalismo, l’ecologia profonda e la spiritualità laica.

Paolo era una vita che li metteva in pratica, io in maniera più discontinua, istintiva, ma tenendoli in vista.

Il bioregionalismo sentendoci a casa nel luogo in cui siamo, qualsiasi esso sia, sia quando siamo insieme che quando siamo separati, cercando di vivere in armonia con l’ambiente che ci accoglie e con gli altri esseri viventi, umani compresi.

Cerchiamo di rispettare la Natura cominciando dal consumo delle risorse, evitando gli sprechi inutili, fino alla produzione della minor quantità possibile di rifiuti.

I rapporti con gli altri esseri umani non sempre sono facili, viviamo in un periodo di crisi economica e soprattutto di valori, ma sogniamo e auspichiamo una sempre maggiore condivisione e una convivialità che oggi pian piano sta tornando di moda.

L’ecologia profonda: ci sentiamo parte di un Tutto e crediamo che, dato che viviamo tutti sulla stessa Terra, respiriamo la stessa Aria, siamo fatti della stessa Acqua, ogni trasformazione, nel bene e nel male, tutti ci riguarda e ci coinvolge. Questa consapevolezza ci porta a vedere che dietro o dopo ogni nostra azione ci sono conseguenze di cui siamo responsabili. Ma non sempre si può agire come la coscienza ci direbbe, viviamo in questo mondo ed in qualche modo dobbiamo adeguarci, facendo il possibile.

La spiritualità laica: sentiamo che non siamo solo un corpo ed una mente, ma c’è qualcos’altro, e questo lo chiamiamo il Sé, o Spirito, una base che ci unisce agli altri esseri ed è quello che rimane attivo, in forma di pura Coscienza, quando riusciamo a vuotare la mente da tutti i grovigli di pensieri che abitualmente ce la ingombrano.

Indipendentemente dalla religione seguita o anche non avendo alcun credo da seguire, abbiamo tutti una voce interna, che dobbiamo imparare ad ascoltare e a lasciar fiorire.

Tutto questo e molto altro, e con parole più belle, è descritto, per quel che si può, nel libro “Riciclaggio della Memoria”.

Caterina Regazzi




Copie del libro sono disponibili presso il curatore editoriale Michele Meomartino - Info: 
meomartinomichele@gmail.com

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