...una volta, fino alla fine degli anni '70 del secolo scorso, il 25 novembre era il giorno della chiusura dei caseifici. Infatti le bovine, che erano allevate in maniera più naturale e i parti erano stagionali, venivano munte da aprile a novembre, dopodiché venivano messe in asciutta.
I caseifici, che erano piccoli e numerosi, chiudevano, magari ne rimaneva aperto uno per lavorare il poco latte che veniva comunque prodotto e che era utilizzato per fare il “vernengo”.
A quei tempi si che era buono il formaggio!
La parte migliore poi era la testa, quello che veniva prodotto nei primi mesi. Le bovine erano quasi tutte di razza bianca valpadana, facevano meno latte di quelle di razza frisona di oggi, ma erano più sane e campavano di più. Erano trattate bene e mangiavano roba buona, naturale. Il latte e il formaggio avevano tutto un altro sapore! Adesso nelle stalle moderne vengono sfruttate al massimo e l’alimento raramente è veramente di buona qualità! Non sarà mica benessere questo!
Ma sarebbe possibile un ritorno ai tempi delle mucche al pascolo? Con il sistema corrente sembrerebbe di no! Il lavoro in stalla mandato avanti da operai, di solito stranieri e il lavoro di produzione del formaggio nei caseifici è a carico di dipendenti, per cui si deve avere da lavorare tutto l’anno e così le gravidante e i parti vengono artificialmente programmati e distribuiti.
Ed il “benessere” degli animali...!?
Caterina Regazzi - Rete Bioregionale Italiana
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