martedì 7 luglio 2015

Scoprire la propria bioregione - Il Conero, camminando, l''11 luglio 2015



Se pure dovrei fare affidamento su quanto ho letto del Monte Conero e
riferirvene, mi piacerebbe parlarvene per quanto ne ho potuto vedere
coi miei stessi occhi soprattutto in questi due ultimi anni in cui ho
girato la piccola montagna in lungo e largo. Ma non può essere facile
dare un senso alle cose viste evitando, se sia mai possibile, di
guardale alla luce di quanto, anche se non è moltissimo, già so.
Dovrei assumere l'animo di chi, quasi magicamente, si trovi collocato
in un luogo a lui sconosciuto; ma poichè l'area del parco è piccola e
facilmente, anche non camminando troppo a lungo ci si ritrova ad
attraversare una strada trafficata, ho di fronte una villa di
vacanzieri, od un ristorante gremitissimo e festante, e difficilmente
ovunque si sia l'orecchio non è raggiunto da rumori incongrui con la
poesia del bosco e delle rupi. Facilmente l'incanto di dissolve. Ma
non sarà presuntuoso, oltre che complicato, scrivere una mia storia del
piccolo monte, o reinventarla. Forse si, ma inutile non direi. Certo è
un'esigenza tutta mia, magari potessi condividerla. Parto da un
presupposto: che non nasciamo privi d'informazioni sul mondo che ci
accoglie; siamo d'accordo che nasciamo con molte attitudini ad
affrontare la vita, ma che vanno coltivate e ferrate. Ma che quando
apriamo gli occhi per la prima volta il nostro sguardo non sia vergine
non trova molti consensi. Ci fosse la maniera di farsi permeare dallo
spirito delle cose che ci circondano e vivere attraverso di loro le
vite che le hanno toccate.

Raccontare a viva voce mi riesce. Quando incontro altri frequentatori
del Conero, con i quali piacevolmente mi fermo a parlare, facilmente
si va a ruota libera (non a vanvera sia ben inteso) soprattutto sulle
questioni sacrali che riguardano il monte. Proverò a scrivere qualcosa
di mio sfruttando lo stupore che mi si rinnova quando vagando per le
zone più "intime" del monte mi trovo o al cospetto di un piccolo,
misterioso, fiabesco casolare in pietra bianca diroccato la cui
struttura si confonde con le piante, o una grotta il cui ingresso
sembra una bocca che pronunci parole di rimprovero per la mia
intrusione, o una rupe terribile' per quanto candida, sulla quale la
bizzarria degli elementi naturali ha scritto arcani racconti.

Riccardo Mencarelli


 Passeggiata naturalistica 11 luglio 2015, partenza davanti al
ristorante La Ginestra di Sirolo, alle ore 17.00. L'itinerario avrà
come tappe case coloniche abbandonate, cave di pietra, grotte
artificiali e naturali e altre strutture. Luoghi densi di storia,
testimoni di una vita dura ed eroica a contatto con la natura. Info.
mencarelliriccardo2@libero.it

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