sabato 23 giugno 2018

Libertà sessuale ed ecologia sociale - No alle "case chiuse" si alle "famiglie aperte"


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Matteo Salvini sta mettendosi in mostra a tutto campo, da quando è diventato ministro dell'Interno (forse sperando di raccogliere ulteriori consensi in vista di ipotetiche prossime elezioni) e  lancia tutta  una sequela di proposte populiste. Alcune sono persino condivisibili, anche se le soluzioni indicate appaiono limitate e non risolutive, ma temo soprattutto per una sua boutade profferita ancora durante la  campagna elettorale riguardante la legalizzazione della prostituzione, ovvero la riapertura delle "case chiuse".  Trovo questa proposta alienante e segnale di una retromarcia sociale che se venisse attuata porterebbe indietro la nostra società al tempo del papa re (il primo che legalizzò il commercio carnale a fini impositivi). 

Vivendo nella società malsana in cui viviamo gli ottimizzatori finanziari ed i politici  considerano la prostituzione una voce del PIL, quindi per essi se la prostituzione esiste è meglio "regolamentarla", ovvero "legalizzarla" per un suo miglioramento utilizzativo, esattamente e coerentemente  come  stanno cercando di fare  per il consumo di droga, e cioè: se  il tabacco e l’alcol vengono regolarmente venduti e tassati per quale motivo accettare  questi e non legalizzare l’altra?

Perché mantenere sacche incontrollate di mercato abusivo, di cui si avvantaggia solo la mafia? Meglio che sia tutto legale e controllato…  Ma questa è una visione “utilitaristica”   che  posso comprendere  ma  non condividere….   Alla “legalizzazione” preferirei la “liberalizzazione” tout court.

Ma tornando al discorso della prostituzione, se si sente la necessità della promiscuità  sessuale sarebbe preferibile la costituzione di famiglie aperte ed allargate. E questo vale sia per le esigenze di uomini che di donne senza sperequazione alcuna.  Insomma nella sessualità e nella libertà personale, che non nuoccia agli altri, ci vuole elasticità, ferme restando  le attenzioni per le fasce sociali più deboli, come i minori. 

D'altronde se osserviamo le abitudini sessuali dei nostri “consanguinei” primati antropomorfi scopriamo che spesso la promiscuità è preponderante… ed è un fatto perfettamente naturale.  Come è naturale, e lo è da tempo immemorabile (sia per l'uomo che per gli animali) l'uso di sostanze inebrianti. Persino nella religione cristiana il vino è considerato elemento sacrale, come l'uso della ganjia lo è nell'induismo. 

Ma  non ha senso  legalizzare la pratica prostitutiva solo perché si sente il bisogno di ricavare entrate  dal "turpe mercato", come non ha senso degradare la società attraverso  lo smercio "certificato" di droghe od il gioco d'azzardo legale. 

Scrivevo in calce ad un mio articolo di ecologia sociale: “La soluzione per lo scollamento sociale in corso sta nel superamento dei modelli consumistici, in primis, per ritrovare in una socialità aperta nuove espressioni per la solidarietà umana, contemporaneamente abbandonando il permanere nei grandi agglomerati urbani e rinunciando ai parossismi culturali (musiche preconfezionate, televisioni, sport idioti, giochetti virtuali, etc) in modo da ricreare in noi lo stimolo primario della gioia di vita e la capacità creativa per produrre qualcosa che abbia lo spirito del necessario e del bello”.

Paolo D'Arpini


3 commenti:


  1. Scrive Saro Bi a commento dell'articolo:

    “Trovo piuttosto forzato il parallelo tra prostituzione e famiglie allargate, si direbbe che l'ottimo Paolo voglia introdurre una visione romantica della prostituzione, oppure una visione sconsacrata della famiglia . Europa occidentale: in Germania e Svizzera la prostituzione è legale, con case chiuse alla luce del sole; idem in Olanda, dove le prostitute possono anche farsi pubblicità e devono pagare le tasse”

    Mia rispostina:

    “Caro Saro Bi, secondo me la prostituzione non è una attività "etica", poiché presuppone la "vendita di sé". La famiglia allargata, che sia poligamica o poliandrica, consente promiscuità senza "vendita"...”

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    1. infatti anche secondo me si tratta di ben altro, e presuppone una scelta consensuale...non a caso avverso sperimentazioni in tal senso sono sempre esistite avversioni culturali, isolamento e talvolta persecuzioni mentre la prostituzione notoriamente va diffondendosi senza alcun reale contrasto

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  2. P.S. Ovviamente si intende che la Famiglia allargata sia una istituzione consenziente, non obbligatoria come quella monogamica attuale, e ciò non toglie che possa continuare ad esistere anche la famiglia monogamica (per chi -come me- la preferisce). (P.D'A.)

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