La pianta della longevità esiste. E’ la Moringa Oleifera: moltiplica la vita. Ogni pianta ha mille fiori che profumano come un gelsomino, ma nel sapore ricorda gli asparagi. Chi la conosce l’ha ribattezzata “albero della vita” e di lei non si butta via niente. Contiene più vitamine e minerali di qualsiasi altra pianta si conosca. E’ originaria delle zone calde ed aride dell’India e si è diffusa, grazie all’uomo, anche in Africa.
Tutte le parti dell’albero sono commestibili, infatti viene utilizzata come Super Food in Africa e in Sud America per combattere la malnutrizione. Il suo contenuto proteico riguarda in particolar modo il fogliame e i semi. Il 25% del peso delle foglie (100gr) sono proteine: quanto le uova o il doppio del latte: il contenuto di ferro è 25 volte maggiore degli spinaci, contenuto di calcio 15 volte maggiore del latte, contenuto di potassio 15 volte maggiore delle banane. Ciascun baccello contiene 16-22 semi (conosciuti come potenti afrodisiaci) da cui si estrae dal 30 al 50% di olio: dolce e saporito, non diventa rancido ed è di elevata qualità.
Contiene infatti dal 65% al 76% di acido oleico, un valore simile a quello dell’olio di oliva. Estratti gli oli dai semi, la pasta residua contiene il 60% di proteine pregiate: una quantità enorme se si considera che il residuo dell’analogo trattamento della soia produce dal 30 al 35% di proteine. Proprio la pasta di semi viene usata per purificare l’acqua potabile: lo sapevano già nell’antico Egitto, quando sfruttavano le proprietà della farina. Il suo indice ORAC, acronimo di “Oxygen radical absorbance capacity” (che misura il potere antiossidante degli alimenti che combattono contro i radicali liberi presenti nel nostro organismo) è di 157.600 punti (contro 35.000 delle bacche di goji).
I suoi impieghi curativi nell’ambito della medicina naturale spaziano dalla cura del raffreddore e della febbre all’impiego nel trattamento delle infiammazioni, problemi digestivi e ipertensione. Stimola il sistema immunitario, favorisce la circolazione, è un antiaging naturale e cura l’acne. Lo sa bene la FAO, che l’ha nominata coltivazione del mese nel settembre 2014.
Prof. Luigi Campanella
Dipt. Chimica Università “La Sapienza”, Roma
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