...molti e molti anni fa lasciavamo navigare le idee nei campi blu della leggerezza e della creatività trascorrendo l’infanzia nei cortili assolati emulando le canzoni sentite dalle opache ombre grigie dei televisori di allora: Sanremo Canzonissima e Cantagiro. Nelle gare canore ci dicevamo l’un l'altro, prendendoci in giro: bravo puoi andare a cantare a sanscemo!
Questo per dire che non ho ricevuto una educazione musicale appropriata ai tempi, nel senso che nella periferia urbana non ho mai ascoltato musica di tradizione bioregionale. Ricordo solo azzurro di Adriano Celentano e le canzoni di Sanremo, mio padre mi comprava i 45 giri che mi piacevano di più, che ascoltavo a loop al mangiadischi, cosi si chiamava il riproduttore portatile dei dischi di allora. più tardi ricevetti in regalo un registratore geloso a bobine cosi registravo direttamente le canzoni alla televisione e nessuno poteva parlare durante le mie prime primordiali registrazioni. dicevo che questa è stato l’inizio del mia evoluzione culturale musicale, mio padre metalmeccanico figlio di ferroviere, mia madre casalinga, figlia dei contadini, mi lasciavano tantissima libertà e potevo fare quello che volevo e stavo tutto il giorno in giro a tirare sassi per le strade a cacciare ricci bisce e lucertole e per fossi e torrenti a tirare con la fionda.
Cosi una vita libera e libertaria all’aria aperta anche se come dicevo non ho ricevuto nessuna educazione musicale. ricordo che eravamo molto poveri e con noi abitavano anche i nonni, in casa cera solo una stufa a legna per riscaldarsi e mia nonna sempre malaticcia in vestaglia, trascorreva le sue giornate seduta vicino alla stufa, mio nonno ex ferroviere andava al molo del porto a pescare oppure nel orto giardino a coltivare uve e ortaggi. la vita in generale era più povera anche la televisione mostrava un mondo povero e semplice cosiccome le canzoni imparate a memoria come forma di poesia popolare, papaveri e papere, nel blu dipinto di blu, una lacrima sul viso,
Ieri fuggendo da sanscemo mi sono imbattuto in un film che non avevo mai visto cinque bambole per la luna d'agosto, genere pop fumettistico citato pure da Tarantino. Mi ha sorpreso, a parte le ambientazioni moderne e modernistiche con interni e architetture di design costumi e abiti colorati anni 60, la colonna sonora di un gruppo che mi piaceva molto, il balletto di bronzo con un brano particolare che a volte ascolto ancora: neve calda.
Comunque sanscemo è proprio scemo con tutta l'Italia che ne parla con la reunion dei Ricchiepoveri come li hanno definiti gli Abba italiani, il duetto Ranieri Tiziano Ferro con perdere l'amore, la bellissima levante e la sensuale Elettra Lamborghini, quel che non capisco sono i rapper Salmo Rancore Junior Cally e altri che vanno a Sanremo, come i graffitisti e i writers che ora espongono nei musei le loro opere.
Vero che attraverso l'hiphop letteratura ritmica urbana, i ragazzi esprimono i loro disagi esistenziali, anche vero che ormai divenuto autentica macchina per far soldi anche se tutti i giovani si riconoscono ormai in questo linguaggio globale. allora dopo l’hip hop in dialetto sardo e salentino, il raggamuffin in tutte le salse, ora la musica trap o elettro trap dei più giovani. quel che voglio veramente dire che è pur sempre un linguaggio adottato, perché proveniente dai bassifondi e dalle periferie urbane delle città americane e frutto della cultura afroamericana. ecco allora quale la nostra vera musica escludendo per ipotesi hip hop, i Ricchiepoveri Zucchero e altro se non Massimo Ranieri di se bruciasse la città, rose rosse, l’erba di casa mia e altre canzoni e per passaggio generazionale tiziano ferro anche se non riesco ad ascoltarlo cosiccome non riesco a ascoltare i Negroamaro emma e altri cantanti.
Mi sembra che nonostante la ricchezza dei vari moduli espressivi generazionali le enormi possibilità tecniche a disposizione i vari media per esprimersi e farsi sentire come fb twitter instagram you tube….ci sia un impoverimento generale della cultura musicale e ho l’impressione che le idee oggi affogano negli acquitrini della complessità della incostanza e della superficialità fine a se stessa. in quanto a me intorno ai quindici anni ho iniziato ad ascoltare il rock americano Janis Joplin i Doors Jimi Endrix la musica hippy e psichedelica californiana come Jefferson Airplane Crosby Still e Nash e anche il buon rock italiano con Premiata Forneria Marconi area banco del mutuo soccorso perigeo e mi piaceva anche De Gregori pian piano sono arrivato al jazz al bop al be bop al free e alla musica classica contemporanea di Philip Glass John Cage… ora ascolto e studio solo registrazioni di brani tradizionali bioregionali di Marche Abruzzo Molise Salento Gargano Aspromonte e Pollino imparando e studiandone tecniche e stili, oramai da quasi un ventennio. anche se difficile per me ancora riconoscerne perfettamente identità e precise appartenenze di modi stili ed esecutori.
In verità pensavo che dopo il successo del movimento neo folk nei primi anni 2000 la musica tradizionale avrebbe avuto più seguito invece c’è ancora parecchio lavoro da fare. un periodo, quasi due anni, ho seguito pure un etnomusicologo bravissimo che mi insegnato parecchie cose, poi mi sono distaccato da lui, proprio per lasciarmi libero di sperimentare e fare esperienza da solo, dopo aver appreso le basi della musica tradizionale meridionale. solo che non so come trasmettere quanto appreso perché il mio karma non mi lascia tregua e allora continuo a seguire e studiare il lavoro lasciato da Alan Lomax con la sua mappa del paesaggio sonoro dell italia prima del boom stilata alla meta degli anni 50.
Che significa di preciso "ok boomer"? Il termine “boomer” è quello con cui ci si riferisce, in inglese e nel mondo occidentale, alle persone nate tra la fine della seconda guerra mondiale (1945) e la meta degli anni '60, coloro che hanno quindi beneficiato del periodo storico chiamato appunto “boom”, la grande accelerazione economica che ha coinvolto tutto l’Occidente. Per fare chiarezza, occorre specificare che a quella dei boomer è seguita la generazione X (1965-1980),poi la Y – quella dei Millennials con i nati tra il 1980 e il 2000 – e oggi la generazione Z, i nati dal 2000 in poi, i veri nativi digitali.
Ferdinando Renzetti
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Sovviene a me matusa,quando allora decenne,nel mio letto pieghevole dispiegato nel tinello della casa popolare di due stanze ed accessori,che affacciava al 5° ed ultimo piano,sul retro del campanile della chiesa di Sant'Erasmo di Napoli,già attraversata da bomba inesplosa lanciata dagli apportatori di libertà,come a Hiroshima e Nagasaki.
RispondiEliminaErano presenti anche i coniugi Polizzi,nostri vicini di pianerottolo,assistetti con mio grande stupore alla prima della canzone "Nel blu dipinto di blu" di Modugno,che molto mi colpì per le sue parole di fantasia del volare.
Ma forse è meglio lo stigma dell'annichilimento,visto i tempi attuali,essi richiedono uscire dal torpore che ci avviluppa e forse è meglio così.
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