Qualche numero – inevitabilmente indicativo – sull’anno che si è appena concluso, per riflettere sull’impatto della nostra specie sul pianeta che ci ospita. Alcuni di questi numeri fanno preoccupare, ma bisogna anche considerare che altri sono migliorati sensibilmente negli ultimi decenni.
Il tasso netto di deforestazione (che quindi tiene conto anche della riforestazione) è diminuito di oltre il 30% dal decennio 1990-2000. Anche il tasso di desertificazione è in discesa, nonché la percentuale di energia prodotta a partire da fonti fossili. Il consumo energetico globale è calato rispetto al 2019, purtroppo non a causa di politiche virtuose ma grazie alle chiusure dovute all’emergenza sanitaria. Lo stesso si può dire per le emissioni equivalenti di CO2, che sono diminuite del 7% rispetto al 2019. La maggior contrazione dalla storia.
Ma non basta: un calo di un solo anno, e per i motivi sbagliati, non è in grado di rallentare significativamente il riscaldamento globale in corso. Non possiamo certo affidarci a una pandemia globale per far diminuire il nostro impatto sull’ambiente. Già si parla di "ritorno alla normalità", e di "fine dell'incubo", come se potessimo risolvere i problemi globali con la bacchetta magica. Questa esperienza ci sta insegnando quanto le nostre abitudini fossero fragili e ripensabili.
Perché le nostre abitudini devono e dovranno cambiare sempre di più, per accomodare la popolazione globale crescente e i suoi bisogni. Nel 2023 raggiungeremo gli 8 miliardi di individui, e la stabilizzazione avverrà forse solo negli anni '60, intorno ai 10 miliardi. Siamo gli eredi di un secolo in cui la Terra sembrava infinita, la crescita era infinita, e parlare di esaurimento delle risorse era una profezia da menagrami. Ora la finitezza del pianeta ci appare in tutta la sua fredda realtà.
Secondo le ultime stime, a oggi mancano 15.502 giorni (42,5 anni) alla fine del petrolio, 57.448 giorni (157,4 anni) alla fine del gas naturale e 148.616 giorni (407,2 anni) alla fine del carbone. È tanto tempo, ma non significa che non dobbiamo preoccuparci. L’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre: allo stesso modo l’era dei combustibili fossili non terminerà per esaurimento del carbonio. Terminerà perché dobbiamo trovare alternative migliori e più efficienti. E dobbiamo farlo in fretta.
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