martedì 10 gennaio 2023

Unitarietà della vita in chiave di ecologia profonda e spiritualità laica...

 


Nel corso del tempo la ricerca portata avanti, lavorando sul campo e con esperimenti diretti, ha condotto noi bioregionalisti e spiritualisti laici  a prendere coscienza dell'assoluta inscindibilità della vita. 

Con ciò abbiamo  riempito una falla enorme nel pensiero e nell'azione. 

L'uomo si è lasciato così tanto illudere dal senso di separazione  da non rendersi più nemmeno conto di far parte di una inscindibile unità... 


Tutto quel che ci circonda e noi stessi siamo la stessa identica cosa, siamo immersi in noi stessi come acqua nell'acqua eppure continuiamo a comportarci come fossimo separati, disponendo di ciò che riteniamo "sia al di fuori di noi" come  fosse "altro" da noi. C'è una meraviglia più grande di questa? 


L'integrazione, nel caso nostro, è avvenuta anche con un processo intellettuale, per mezzo  della comprensione che le varie componenti  della natura che ci permea e ci compenetra sono sì individuabili attraverso "forme pensiero" distinte, ma tale individuazione non comporta separazione alcuna. 


Per questa ragione ho voluto raccogliere in un testo, chiamato "Riciclaggio della Memoria"  una serie di documenti, articoli e racconti di vita, sia miei personali che di amici di percorso, che descrivono la presa di coscienza bioregionale, ecologica profonda e di riscoperta della naturale spiritualità dell'uomo.

Ma qui vorrei fare un breve exursus, sul processo di recupero della propria unitarietà con la vita, che mi ha consentito di giungere alla presente coscienza ed esperienza. 


Personalmente sono un seguace del pensiero laico e quindi mi sono addentrato in me stesso seguendo questo filone. C’è tutta una corrente di pensiero che, partendo da Hegel  fino a Nietzche e Heidegger,  ha forgiato  il pensiero laico moderno, sia pure fra errori e svarioni concettuali, questo nuovo indirizzo è però riuscito a restituire all’individuo ed al suo progredire storico la responsabilità della formazione dei valori, che nel travaglio del dubbio e dello spirito critico riescono a rendere omaggio al principio della responsabilità personale quale fondamento della verità e del bene.


Il pensiero laico-agnostico  ha permesso a noi tutti, come umanità, di uscire dal conflitto fra Razionalismo, Religione e Scienza positiva. Il Razionalismo proclama l’eguaglianza naturale degli uomini, e l’identità della ragione in ciascuno di loro, la storia della scienza c’insegna invece che le verità razionali dichiarate a priori, necessarie ed eterne, sono delle astrazioni empiriche tardivamente conquistate nel corso dell’evoluzione umana.  Il credo religioso a sua volta  insiste, con albagia e ferocia, non tanto sui problemi della condotta morale, quanto sulle basi dogmatiche della religione. Fuori di queste non c’è, secondo esso, vita spirituale.  Ne consegue che chi non è religioso è un essere maligno e pericoloso alla società.

Inutile dire che queste modalità di vivere la conoscenza sono del tutto nevrotiche, sganciate dall’evoluzione reale. 

Per nostra fortuna stiamo assistendo non solo ad un progredire delle conoscenze scientifiche che annullano qualsiasi presupposto scientista e positivista, mi riferisco alla Fisica Post-Quantistica, alla Matrix Divina, alla Sincronicità di Jung, Plank, Chopra, scienziati che hanno elevato la ricerca scientifica alle vette del pensiero creatore, alle Neuroscienze che, al di là delle necessarie concessioni ad una visione meccanicistica del funzionamento della Mente, hanno colto l’interconnessione pensiero/emozione/corporeità, e con esse sono giunte alla dimensione transpersonale della società e dell'esistenza.


Secondo il pensiero più evoluto dei nostri tempi, non può esistere separazione fra  materia e spirito, fra natura naturans natura naturata, fra l'io e l'altro. E questa consapevolezza ha preso la forma di una nuova "trinità" -che io individuo nella "Ecologia profonda, nel Bioregionalismo e nella Spiritualità Laica"-  che abbraccia l'intero svolgersi della vita nello spazio-tempo. 

Siamo in piena visione olistica.

Paolo D'Arpini



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