Spesso gli amici romani mi dicono “beato te che vivi a Treia" ed ogni volta rispondo loro “ogni luogo è paese, basta conoscerlo e saperci vivere”. Ed è proprio così. Infatti se pensassimo che si può essere ecologisti e bioregionalisti solo se stiamo in campagna, od in un paesino alternativo, allora non riusciremo mai a cogliere il punto dell’abitare il luogo in cui siamo come se fosse tutta la terra.
La Terra è una e non ha cantoni, è una palla rotonda ed omogenea, tutto corrisponde al tutto, il vento spira ovunque, l’acqua scorre ovunque e la vegetazione e gli animali e l’uomo sono presenti ovunque.
Certo, in città abbiamo la sensazione che la natura non esista ma è solo una distrazione, una mancanza di attenzione a quel che ci circonda, tanto siamo avvezzi alla virtualità, impigriti dai percorsi obbligati della civiltà metropolitana: mezzi di trasporto, atmosfere condizionate, luoghi d’incontro in cui non ci si incontra, luoghi di ascolto in cui non si ascolta, insomma ci siamo viziati nell’assenza di presenza. Ed è solo per questo che non percepiamo la bellezza di una città “bioregionale” come Roma.
Quando ancora abitavo a Roma, in Via Emanuele Filiberto (Piazza Vittorio), facevo lunghissime passeggiate, andavo tutti i giorni a piedi a Trinità dei Monti od a Piazza Navona. Dovete sapere che conoscevo così bene i percorsi pedonali che in 30 minuti arrivavo in centro, passando quasi sempre in mezzo al verde di cui Roma è ricca. Infatti il centro di Roma è immerso nel verde ma uno se ne rende conto solo se cammina nei posti giusti… Se ti muovi in macchina o in autobus allora stai sempre imbottigliato nel traffico e nello smog.
Un giorno vi racconterò meglio di questi miei percorsi, durante i quali trovavo anche frutta e verdura. Sì avete letto bene, proprio frutta e verdura, giacché Roma è ricca di alberi da frutto e di tante erbe che crescono spontanee nei parchi e nei diversi giardinetti. Credetemi è meglio che negli “orti di guerra” di mussoliniana memoria!
Roberto Gualtieri, attuale sindaco di Roma, dovrebbe incentivare l’uso di questi percorsi pedonali bellissimi, un bene pubblico ancora misconosciuto. E colgo l’occasione per rivolgergli un appello, affinché mappi e valorizzi i sentieri e le viuzze interne di Roma.
A piedi Roma è più bella, ve lo dice un "romano de Roma" (in esilio)!
Paolo D’Arpini
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