venerdì 13 settembre 2013

I Ching - La giostra della vita...



I Ching - La giostra della vita


Dalle lezioni di Paolo D'Arpini su l'I Ching appuntiamo alcuni concetti che più ci hanno risuonato anche i giorni successivi gli incontri. (Vedi: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/01/3-febbraio-2013-modena-avvicinamento.html)

Il libro dei mutamenti è un pozzo sapienziale dal quale è possibile trarre significati profondi diversi a seconda di ognuno.

L'I Ching si compone di 64 esagrammi che "prendono" vita grazie alle parole di Paolo... E mentre la mente tenta, con le associazioni alle quali è allenata, di creare idee, ti rendi conto che devi lasciare andare immediatamente quelle stesse idee per accedere ad un sistema analogico intuitivo perché "la descrizione non può essere la realtà"...

Il sistema dell'I Ching  è uno strumento per conoscere se stessi, cominciando dagli aspetti personali,  ma dobbiamo essere consapevoli che la vera auto-conoscenza non ha bisogno di mezzi: nel momento che descrivo l'io, non-sono-Io... Il processo infine deve passare dal "conoscere l'Io", "all'Essere Io", attraverso la discriminazione (scelta intuitiva) e il distacco (essere testimoni).

Qualsiasi cosa sia osservabile e conoscibile, dal senso dell'io al mondo degli oggetti, lo è attraverso il movimento del positivo/negativo (Yin e Yang) e della manifestazione dei cinque elementi che da tale movimento prendono forma.

Gli Elementi: Acqua, Legno, Fuoco, Metallo, Terra  rappresentano forme energetiche:

La Terra vince l'Acqua

L'Acqua vince il Fuoco

Il Fuoco vince il Metallo

Il Metallo vince il Legno

Il Legno vince la Terra


E conseguenzialmente:

Dalla Terra nasce il Metallo

Dal Metallo nasce l'Acqua

Dall'Acqua nasce il Legno

Dal Legno nasce il Fuoco

Dal Fuoco nasce la Terra

...e il ciclo si conclude o, meglio, ricomincia per percorrere una nuova spirale nell'eternità. Il continuo  movimento è il modo espressivo dell'Unità. L'Uno è incomprensibile alla mente, perché è la nostra vera natura e non è sperimentabile nella dualità. Possiamo mentalmente  vagamente intuire l'Unità, tuttavia non possiamo  comprendere l'Uno, possiamo solo esserlo al di là di ogni concettualizzazione.

Nella mente creiamo l’immagine dell’oggetto che osserviamo stabilendo nel frattempo una separazione tra soggetto e oggetto e ci rendiamo conto di “essere separati”. Da questa distinzione, o proiezione,  deriva la nostra identità personale ed il senso del mondo "empirico". Il mondo appare nella dicotomia di noumeno ("soggetto percepiente") e  fenomeno ("l'oggetto percepito"). Il  noumeno è la capacità auto-identificativa della coscienza di rappresentare se stessa in quanto "io", il conoscitore. Il fenomeno è la proiezione speculare, a cui esso fa riferimento, che viene riconosciuta come oggetto percepito, nel mondo dei nomi e delle forme.   Insieme creano lo spazio-tempo e la "realtà"  in cui siamo immersi.

Associazione Senza Nome - Modena


(Fonte: http://www.senzanome.org/1web/index.php/)

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