lunedì 1 dicembre 2014

"Come eravamo e come ci hanno ridotto!" - Lamento di un marchigiano anziano e stanco

"UN TRIBUNALE DEL POPOLO PER GIUDICARE CHI CI HA RIDOTTI ALLA FAME"
E’ questo il titolo di una articolo che un lettore delle Marche ha inviato: 

“Fino a qualche decennio fa eravamo la nazione più invidiata della Terra. Il suo clima, il paesaggio, la sua storia, l’arte, tutto facevano del nostro Paese una terra felice. Ma oltre all’arte e alla storia, la nostra cucina mediterranea e il sorriso della gente creavano un mix che attraeva turisti da ogni dove. Oggi tutto questo è un ricordo, la gente non sorride più e molti piangono, l’arte e la sua storia dimenticati e i turisti prediligono altri lidi. L’Italia, così, che negli anni ’80 era tra le prime 4 nazioni più visitate della Terra dai turisti internazionali oggi è passata all’11° posto.

I nostri giovani senza più speranze di lavoro nella loro patria si rassegnano o fuggono all’estero, le nostre ridenti e fiorenti industrie svendute o chiuse, il valore d’acquisto dei nostri miseri stipendi e pensioni azzerati e il fisco assassino che continua a perseguitare il popolo. Questo è oggi il triste quadro di un’Italia ben lontana da quella di 20 o 30 anni fa.

La colpa è dei mercati internazionali, di noi uomini qualunque, oppure di una massa di big delle finanze e dell’industria e di politici nostrani che ci hanno portati a questo livello? Se un giudice imparziale e onnipotente potesse giudicare chi ci ha condannati a questa fine miserevole comincerebbe ad indagare da  molto lontano, da chi, per esempio, preferì costruire autostrade e abbandonare le ferrovie, da chi ha svenduto e azzerato il pool di ingegneri che nell’Olivetti di Ivrea avevano realizzato il primo home computer della storia per cederli, arricchendosi oltre misura, agli americani così che poterono realizzare la famosa Sylicon Valley  e infine fino ad arrivare da chi, capo del governo, ci ha fatto entrare nell’euro con un cambio a noi svantaggioso, ossia 1 euro x 1.920 lire, invece, come invocavano allora tutti gli economisti più illuminati, a 1 euro x 1.000 lire. Sono  alcuni esempi, ma quanto altro male ci hanno fatto negli anni  questi signori, arricchendosi a dismisura sulle spalle di noi italiani e complottando con speculatori internazionali che volevano annullare l’Italia imprenditoriale e culturale (ci sono riusciti!).

E’ allora se ancora esiste una giustizia, invece di accanirsi con il povero negoziante che per sopravvivere a volte non batte uno scontrino fiscale, perché invece non va a scovare e punire tutti i malfattori BIG che ci hanno tolto il piacere del sorriso e della speranza nel domani?

Io sono solo una persona, anche di una certa età, stanca e demoralizzata, ma altri che ancora hanno nel cuore un barlume di luce per ridare dignità a questa nostra bella Italia  pensano d’istituire un Tribunale del Popolo dove ricercare e condannare, ovviamente in maniera virtuale, tutti i veri criminali e rendere pubblica ogni sentenza, soprattutto ora che alcuni di questi “signori” hanno anche l’ardire di presentarsi come  guide politiche del nostro Paese. Sarebbe questo l’unico modo per toglierceli definitivamente davanti e sperare che al loro posto possano arrivare persone più oneste, sagge e con l’amore per la propria patria.                                          

Grazie per avermi ascoltato, Luigi


(Fonte: AK informa N. 48) 

1 commento:

  1. Caro Luigi, questa mattina stavano parlando di una legge per depenalizzare i reati meno gravi. Non avendo detto quali sono, secondo loro, ho pensato che anche in questo caso è un senso della misura che non vediamo o riusciremo mai a gestire... ti pare che depenalizzeranno per il commerciante che non fa uno scontrino? Sono sicura che lì ci sarà sempre l'accanimento. Depenalizzeranno chi fa violenze, chi ruba nelle proprietà private, chi ruba sulle tasse oltre i 200 appartamenti, chi ha auto di grossissima cilindrata... Ti ringrazio per la tua bella esternazione che diffonderò tra i miei amici in FB. Non ti fermare, raccontaci ancora! Scrivimi dei tuoi Natali nel cuore dell'Italia. Qui al nord sto curando una rubrica natalizia, mi fanno piacere i contributi di tutti. Un caro saluto

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