lunedì 21 febbraio 2022

Draghi di Comòdo e Draghi di còmodo...



Con l’accento sulla seconda  o, “kizawi” soffre una cattiva reputazione nell’isola indonesiana.  Con l’accento sulla prima o, “Mario” gode un incomparabile prestigio nella  penisola italiana. Draghi di còmodo per il Gruppo Eni che ha chiuso l’ultimo quadrimestre con un utile di 2 miliardi di euro (+ 3.870% sul 2020), segnando profitti per 4,7 miliardi per il 2021. Mentre famiglie e piccoli medi imprenditori sono in ginocchio per le bollette luce gas. Draghi di còmodo per gli Agnelli che, dopo aver incassato 10 miliardi fino al 2012, ritirano 3-4 miliardi in 8 anni, non pagano 2-3 miliardi per l’Exit Tax  del trasloco in Olanda, ma si accordano con il Fisco per 1 miliardino. Draghi di còmodo sempre per gli Agnelli (Stellantis): 370milioni per la gigafactory delle batterie  a Termoli, 1  miliardo l’anno di incentivi per auto elettriche. Draghi di còmodo per la famiglia Benetton (Premio Attila 2018) che, dopo aver macinato profitti stellari (9 miliardi)  tramite il grande manovratore Giovanni Castellucci lesinando manutenzione e sicurezza (43 morti sul ponte Morandi), ottiene una buonuscita di 2,5 miliardi e uno sconto sugli indennizzi alle Vittime. Eccetera.

 

Traduzione delle parole “ripresa” e “resilienza”.

Nel lessico di Draghi, per “ripresa” si intende il trittico ‘crescita-concorrenza-competitività’, sulla base del convincimento che sia il benessere delle imprese a determinare il benessere della società. Per “resilienza” si intende la rassegnazione richiesta alla popolazione, sulla base del convincimento che questo sia l’unico, se non il migliore, mondo possibile: dalla transizione ecologica alle politiche sul lavoro, dalla riforma del fisco alle scelte su sanità e scuola, dal Ddl Concorrenza sui servizi pubblici locali alle politiche di riarmo; insomma la perseveranza con la quale si cerca di mettere in campo una nuova fase di accumulazione di profitti. Continua qui.

Altre 500mila persone senza stipendio.

Le famiglie di 500 mila lavoratori, tutti dai 50 anni in su, privi di green pass rafforzato, resteranno senza stipendio per quattro mesi. Si aggiungeranno, secondo i dati Istat e Caritas,  a quanti vivono al di sotto della soglia di povertà: che si  aggirano intorno ai 6 milioni di persone, il 10% dell’intera popolazione, con tendenza ad aumentare a causa della crisi. Se però nel calcolo si includono tutti quelli che sono stati occupati almeno 1 mese e che reputano il lavoro come il loro status prevalente, il dato cresce al 13,2%. La fascia degli over 50 in povertà è intorno al 30% del totale. L’impatto di questi 500 nuovi disoccupati si ripercuoterà sull’intero sistema economico italiano. “Se siamo d’accordo che lo scopo delle misure anti covid è di garantire la sicurezza collettiva diventa chiaro che il tampone risponde esattamente a questa esigenza. Eliminarlo dalle alternative al green pass è esclusivamente punitivo,” sostiene Gianluca Cicinelli: clicca qui “la macelleria sociale già in atto diventa pura criminalità”.



RETE Ambientalista  - movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it




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