giovedì 10 novembre 2022

Terremoti e la scomparsa di Atlantide – Quando l’analisi karmica vale più dell’analisi logica…

 

Raffaele Bendandi

Nel 1908 ci fu il disastroso terremoto di Messina in seguito al quale il destino di molti paesi e città d’Italia subì un turbolento cambiamento. Avvenne proprio in seguito a quel tragico sisma che molti piccoli centri, che nel periodo medioevale erano stati edificati su rocche e strapiombi per autodifesa, furono dichiarati "inabitabili" e fu sancito il loro spostamento in pianura.

Ma non volevo parlarvi di questi fatti storico-amministrativi bensì evidenziare come la forte apprensione sollevata dalle scosse sismiche in varie parti della penisola suscitasse un interesse scientifico (o pseudo scientifico) sull’origine dei terremoti. Durante il periodo prebellico e sino agli anni ’70 dell’ultimo secolo non essendosi ancora sviluppata la teoria della tettonica a zolle sembrava quasi operazione magica riuscire a prevedere dove sarebbe avvenuta e la magnitudine della potenza di una prossima scossa…

Il 17 ottobre del 1883 nacque a Faenza Raffaele Bendandi, un ricercatore autodidatta "sensitivo" (diremmo oggi) che sino alla sua dipartita, avvenuta il 3 novembre 1979 a Faenza, studiò e scoprì diversi misteri sull’attrazione degli astri e loro cause nelle manifestazioni telluriche. Bendandi partì dal concetto che se l’attrazione lunare causa maree e spostamenti sulla Terra ben più forte poteva essere l’influsso del Sole, congiunto alle posizioni particolari di alcuni pianeti, sulle masse semiliquide od infuocate delle viscere terrestri. Da qui l’idea che il terremoto potesse essere previsto in base all’analisi delle varie eruzioni solari ed al posizionamento dei diversi pianeti che esercitavano una particolare attrazione sul nostro globo terracqueo.

Gli studi di Bendandi non furono universalmente accettati e talvolta furono avversati anche dalla "politica" –soprattutto nel periodo fascista- che non vedeva di buon occhio l’allarmismo conseguente alle "previsioni" del sismologo. Egli ottenne però parecchi riconoscimenti anche in ambito scientifico, ecco cosa disse di lui il geofisico Marco Mattina: "Aldilà del successo e di brillanti carriere che il sapere elargisce, oggi come sempre, la scienza ha bisogno di uomini che credano, vivano, si sacrifichino per essa: uomini come Raffaele Bendandi".

Ed ora vorrei qui inserire una "previsione" del faentino riguardo un terremoto ipotetico o reale che avvenne migliaia di anni fa e che causò lo sprofondamento del mitico continente atlantideo. Infatti Bendandi si occupò con curiosità e passione della scomparsa di Atlantide cercando di dare una risposta alla sua ubicazione e scomparsa. Chiaramente egli iniziò la sua ricerca partendo dai testi epici cosmogonici: il Timeo di Solone, i misteri del regno di Amasis, il dialogo sul Crizia di Platone ed i riferimenti nell’Odissea di Omero, nella Teogonia di Euripide, etc. Egli attinse anche agli studi del Filippoff, che fu direttore dell’osservatorio astronomico di Algeri, secondo il quale l’epoca dello sprofondamento avvenne in coincidenza del primo Toth, ovvero il passaggio dal punto vernale nello zodiaco del Cancro, ed egli stabilì la data del 7.256 a.C. Inoltre Filippoff riscontrò un certo parallelismo con le tradizioni del Popol Vuh ma prendendo in un certo senso le distanze dai miti pre-incaici che ponevano il cataclisma in un periodo molto più arcaico.

Ma a prescindere dalla data esatta della sua scomparsa molti reperti geologici e archeologici darebbero conferma dell’esistenza, nel lontano passato, di questo leggendario continente. L’ipotesi di un profondo sconvolgimento sismico come causa dello sprofondamento atlantideo resta la più attendibile ed su questo tema si espresse anche Raffaele Bendandi il quale, seguendo la sua metodologia, avrebbe stabilito data e località dell’immane catastrofe. Secondo lo studioso faentino Atlantide sarebbe scomparsa nel 10.431 a.C. (avvicinandosi in questo ai miti originari amerindi) in una zona della superficie terrestre compresa fra la costa del Portogallo e le isole Azzorre.

Il fatto che Raffaele Bendandi fosse affascinato dai fenomeni sismici sin dalla sua più tenera infanzia e che inoltre prediligesse il metodo analogico e lo studio del movimento dei pianeti nell’ottica copernicana (ovvero la stessa che era in auge molto prima che sopraggiungesse l’ordinamento tolemaico accettato dalla chiesa cattolica) in cui si considera la Terra un semplice pianeta che gira attorno al Sole (e soggetto alle leggi di un sistema molto più ampio di universi multipli come pensava Giordano Bruno) fa sospettare, ai fautori della teoria karmica, che il faentino avesse assistito allo sprofondamento atlantideo in prima persona, in un altro corpo… chissà?

Paolo D’Arpini






(Bibliografia: Tiziano Cantalupi – Il terremoto si può prevedere - Ed. Atanor; Il mito di Atlantide - Ed. Ananke; Atlantide tra mito ed archeologia, Truppi Fabio, Ed. IBS, ed altri...)

1 commento:

  1. Commento di Giorgio Stern pervenuto via email: "Caro Paolo, a proposito di terremoti, ricordo bene la figura di studioso e divulgatore del sismologo Raffaele Bendandi le cui osservazioni e commenti spesso ho ascoltato da ragazzo e da giovane. Mi fa piacere che tu ne citi la figura e l'opera.

    Sempre a proposito di terremoti, tu citi il devastante terremoto di Messina del 29 dicembre 1908. Fu una tragedia immane nel corso della quale si verificò un atto di solidarietà umana, oggi è diventata storia, che, per la particolarità del momento attuale, credo sia utile ricordare.

    A Messina in una piazza che si chiama Largo dei Marinai Russi c'è un monumento con due lapidi. Riporto le parole su quella incisa più recentemente

    "Ai marinai russi
    Eroi di Misericordia ed abnegazione
    I discendenti degli abitanti di Messina
    con riconoscenza"

    Riconoscenza verso i marinai della flotta militare russa che, in crociera nel Mediterraneo avendo gettato le ancore davanti alla città siciliana, furono i primi a portare soccorso alla popolazione colpita dal sisma.

    Fu questa la sola volta nella Storia dei rapporti fra i due Paesi che militari russi sbarcarono in Italia.

    Nel momento in cui per la quarta volta l'Italia fa guerra alla Russia, nessuno ricorda questo gesto di solidarietà dei soldati russi verso il popolo italiano.

    Va precisato che l'Italia fece guerra alla Russia, senza mai esserne stata provocata: nel 1855, al seguito di Francia e Inghilterra con il generale La Marmora in Crimea. Nel 1918/19, al seguito di Inghilterra, Stati Uniti e Giappone truppe italiane combatterono sul suolo russo in Europa e in Estremo Oriente. Nel 1941 l'Italia di Mussolini, al seguito della Germania di Hitler aggredì la Russia Sovietica. Nel 2022, l'Italia dell'ex banchiere, emulo di Mussolini, dichiarò (senza però avere sufficiente coraggio di dirlo) guerra alla Russia al seguito di Stati Uniti, Inghilterra, e quella specie di baraccopoli autodichiaratsi "Unione Europea"..."
    (Giorgio Stern)

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