sabato 30 settembre 2023

Disarmisti esigenti e proposizioni per la Pace, la Terra e la Dignità

Se e perché presentare i pacifici alle europee con Santoro 


Relazione di Alfonso Navarra ed altri  all'incontro dei Disarmisti esigenti  del 29 settembre 2023


Le motivazioni contro la presentazione

1 – il tema della pace è bene che sia proposto in modo trasversale
2- il problema vero è costruire un grande movimento popolare
3- sponde parlamentari, sia pure imperfette e non del tutto affidabili, esistono già
4- il Parlamento europeo è organo di una UE che è meglio scompaia in quanto costruzione neoliberista irriformabile
5- Santoro come leader pacifista è un improvvisato e la sua logica mediatica è strabordante
6 – Non esistono le forze organizzative per portare a termine con successo l’impresa. Si rischia di ripetere il fallimento dei referendum sulle armi


Le motivazioni per la presentazione

1- la democrazia rappresentativa non va svalutata (anche se deve essere integrata e potenziata da forme dirette e partecipative) ed oggi esiste il problema di un offerta politica che esprima istanze addirittura maggioritarie del popolo del tutto ignorate. Non si tratta solo del non volere essere coinvolti in guerra, ma anche del rispetto dei referendum sui beni comuni acqua ed energia
2- la costruzione del movimento popolare abbisogna di sponde istituzionali che la assecondino: non c’è automatica contraddizione con l’impegno per una lista 
3 – non esistono attualmente forze politiche che interpretino con coerenza l’opposizione alla guerra e nessuna comunque farà della pace un tema centrale e risolutivo come è nella alta visione proposta dal documento Santoro/La Valle
4- l’astensionismo può essere in parte recuperato da una offerta politica che appaia e ancor più sia una NOVITA’. Non scendere in campo significa lasciare terreno libero solo a forze ancor più di destra di quelle che hanno conquistato il governo dell’Italia. La lista può essere un antidoto al «vanaccismo» montante
5- il tema della pace in realtà sarà proposto, anche se non come centrale, con la retorica dello spazio aperto alle trattative dai «successi militari» della controffensiva ucraina. Ma occorre da parte nostra porre il problema della fuoriuscita da un «sistema di guerra» che aggredisce i poveri ed insieme la Natura. 
6- se Michele Santoro, oltre la faccia, ci mette il cuore e le gambe, girando per le Campobasso d’Italia, il rischio delle 150.000 firme autenticate da raccogliere, 30.000 per circoscrizione, può essere affrontato con sforzo e fatica, ma alla fine in modo vincente


L’aggiunta «speciale» dei Disarmisti esigenti: alcuni punti di ricerca

1- L’analisi del «fine guerra» imminente. La «soluzione coreana» ha molte più probabilità della «soluzione israeliana». In ogni caso non ci si deve limitare all’opposizione alla guerra guerreggiata, bisogna prendere di mira il «sistema di guerra», che ha come pilastro principale, ma non unico, l’Occidente con la NATO suo braccio armato
2- Va colta la portata globale dello scontro per il quale l’unipolarismo in crisi deve essere sostituito da un multipolarismo inclusivo. Ma non si tratta semplicemente di aggregarsi al carro del «Sud globale» in allestimento, si tratta di promuovere un «costituzionalismo della Terra». In questa ampiezza di scontro non ha senso abbattere l’Europa perché si è contro l’euro dimenticandosi che una delle questioni centrali e decisive è superare il sistema del dollaro, il vero motore della finanziarizzazione capitalistica.
3- Abbiamo una famiglia politica europea cui fare riferimento? Bisognerà sicuramente lavorare per una «rifondazione verde» perché è scandaloso che proprio i Verdi europei, ed in particolare quelli tedeschi, si stiano rivelando più guerrafondai degli stessi socialdemocratici
4 – La lista non esaurisce il compito della costruzione del movimento politico: vanno tenute distinte la logica dell’audience (per i quali va bene dare spazio a soggetti come Cospito, UG, talebani della cancel culture, e via «strampalando»), da quella della cattura del consenso elettorale, ed infine da quella della costruzione di una comunità democratica articolata ma unita sui valori, sulla strategia, sul programma fondamentale. Per costruire seriamente il movimento il passaggio fondamentale sono le elezioni politiche del 2027.


Declinare i contenuti sulla dimensione europea

L’intenzione dei DUE sarebbe di concentrarsi, il 30 novembre, sulla commissione pace.

Possiamo essere incisivi: 
1) sul cessate il fuoco in Ucraina, opponendoci ad ulteriori aiuti militari che passano addirittura per un sedicente «fondo per la pace». Slogan: «Abbiamo già dato sbagliando, perseverare sarebbe diabolico!»
2) Object war va sostenuta non dimenticando il versante russo. Il diritto all’odc deve fare riferimento ai CCP alternativi (la vecchia proposta Langer) che si legano al rifiuto dell’esercito europeo
3) sulla denuclearizzazione civile e militare. 
Per il TPAN il problema non è solo il ruolo di «osservatori» ma di chiudere la «condivisione nucleare» della NATO, cosa che era quasi a portata di mano prima della guerra in Ucraina. Dobbiamo insistere sul No First Use che va messo in relazione con la Campagna ICAN. (I DE stanno preparando un paper per l’appuntamento di novembre a New York)
Per l’energia si tratta di rivedere la «tassonomia» e respingere l’offensiva francese pro nucleare in questo caso facendo leva sulle posizioni tedesche
4) No allo scomputo delle spese militari dai calcoli per il Patto di Stabilità. Vanno invece esentati gli investimenti per la conversione ecologica e per creare un welfare europeo. (L’idea può essere quella di un reddito di cittadinanza europeo che può fare parte di un sistema fiscale comunitario)
5) No alla R/S focalizzata sulle tecnologie militari e dure. La partecipazione a ITER va dismessa.
6) Una politica economica e agricola alternative volte alla piena occupazione. Un vero «Piano Mattei» per l’Africa con la restituzione del debito ecologico contratto.
7) Appoggiamo eventuali svolte istituzionali in senso federalistico proprio come contrappeso alla tecnocrazia asservita al neoliberismo


Le scadenze

Il 7 ottobre 2023 la proposta per noi DE è di essere possibilmente di nuovo in piazza con una piattaforma autonoma e di distribuire il volantino del 5 novembre 2022 aggiornato 
Appoggiamo lo sciopero dei sindacati di base contro la guerra e partecipiamo all’assemblea dell’8 ottobre a Milano
4 novembre contro la «Festa della vittoria»
A dicembre, «Tenda dei cittadini pacifici» a Roma, con digiuno di coerenza, e manifestazione contro il  rinnovo del decreto Draghi. Ma anche contestazione del bilancio della difesa, che nel 2023, secondo i documenti ufficiali, è di 27 miliardi di euro.


Un contributo di Cosimo Forleo - proposta su neoliberismo e sistema di guerra

No alla guerra perché fa parte di un "sistema neoliberista" che dobbiamo contrastare e indebolire non attraverso nazionalizzazioni generalizzate di difficilissima (se non al momento impossibile) attuazione ma con tassazioni mirate per le aziende di servizi (non produttrici di merci) che già negli USA erano sottoposte a tasse quasi al 75%.



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