"La geoingegneria è una possibile risposta al cambiamento climatico: prevede di modificare le condizioni meteorologiche per influire sulla temperatura della Terra. Si tratta di una tecnologia controversa, i cui sviluppi (e i rischi) sono ancora da definire..."
Credo necessario ribadire la distinzione fra il fenomeno del riscaldamento globale, di natura lenta nel tempo e con valore ad oggi della variazione della temperatura di circa 1 °C avvenuta in 150 anni e i fenomeni meteorologici, di breve durata e con variazioni di temperatura anche forti (vedi le “bombe di calore”). Purtroppo, anche a causa dell’informazione spettacolistica dei media, questa distinzione non viene tenuta presente nelle normali discussioni.
Voglio anche chiarire un’altra cosa: è apparso chiaro come chi scrive valorizzi la seconda narrazione rispetto alla prima. Le due comportano delle scelte operative diverse. La prima enfatizza l’urgenza di operazioni di “mitigazione” della produzione dell’extra quantità di CO2 presente nell’atmosfera per giungere al ripristino della situazione pre-industriale; la seconda, pur riconoscendo i danni ambientali dovuti alla produzione di energia tramite combustibili fossili, ne sostiene la sostituzione diluibile nel tempo riducendo i traumi economici e sociali derivanti da una rapida sostituzione. I suoi sostenitori non credono alla possibilità di giungere alla sostituzione di questi tramite tecnologie “pulite” quali i pannelli solari, le pale eoliche o idrauliche e simili se non in parte assai ridotta e sono fautori dell’energia nucleare ritenuta “pulita”.
Soluzione che più sommessamente viene ritenuta inevitabile anche dai sostenitori della prima tanto da averla inclusa recentemente nella categoria delle tecnologie pulite. Personalmente non condivido queste conclusioni e sono in posizione critica dell’attuale modello energivoro di civiltà...
Aldo Zanchetta
Continua: https://www.labottegadelbarbieri.org/cambiamento-climatico-e-geoingegneria-tecnoscienza-o-follia/
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