lunedì 3 gennaio 2022

Apollo, la sibilla cumana ed il ritorno alla casa Terra (reloaded)




 ...i cuori di chi si ama vanno a tempo e tendono a battere all’unisono. "Cosa si prova a non sapere dove andare, né avanti né indietro, né a destra né a sinistra, quando nella notte buia senza tempo ti ritrovi a poter decidere un percorso che non c’è? Così, sperduti nella campagna, cinque matti imbacuccati dondolano in punta di piedi, cercando di non scivolare nel sentiero fangoso che costeggia il fiume. Riusciranno i nostri intrepidi folli dello spirito, privi di ogni ragione, a ritrovare la via di casa? La casa che non hanno mai lasciato, se non nel sogno del divenire che li ha allontanati col pensiero dal senso di presenza?..." (P.D'A.) 

"Noi vogliamo far sì che sempre più persone aprano gli occhi sull'urgenza di salvaguardare la cultura e l’identità degli uomini, la natura e l’ambiente dalla cementificazione della terra e degli animi. In una parola, mettere il nostro ecosistema, ovvero il luogo del nostro essere cui non non dobbiamo più essere estranei, in posizione prioritaria. Ecco cos’è Domà Nunch: un progetto visionario, rivoluzionario, quasi sicuramente impossibile: restituire a noi stessi la coscienza di esistere, la consapevolezza di potere e dovere decidere del proprio destino..."  (Domà Nunch)


La Sibilla Cumana fu una delle più importanti Sibille del mondo antico. Le sibille erano sacerdotesse, solitamente devote ad Apollo, che avevano il dono della veggenza, figure realmente esistite ma la cui storia si fonde pienamente con il mito.

La leggenda dice che un giorno Apollo si innamorò di Sibilla, una bellissima fanciulla che possedeva capacità divinatorie.

Per conquistarla il dio promise alla giovane che avrebbe esaudito ogni suo desiderio e allora Sibilla prese un pugno di sabbia dalla spiaggia e chiese ad Apollo di lasciarla vivere tanti anni quanti i granelli che aveva raccolto nella sua mano. Fu accontentata e le fu disposto, come luogo per poter officiare la sua arte divinatoria, Cuma, dove fu amata perdutamente da Apollo.

La fanciulla aveva dimenticato di specificare che voleva vivere tanti anni in eterna gioventù e così, invecchiava sempre di più e il suo corpo si consumava. Allora Apollo, per preservarla dall’incuria del tempo la collocò in una gabbia all’interno dell’antro, finché di lei non rimase che la voce, unica testimonianza fisica della sua presenza che profetizzò ancora a lungo gli eventi futuri...

La storia, in qualche modo,  continua!

Il revisore Ferdinando Renzetti



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