mercoledì 7 settembre 2022

Storie di alberi: "Il castagno di Case Marchi"



Quando, nel 2002, alle prese con Alberi Monumentali della Toscana, fui accompagnato dal compianto avvocato Toninelli (vicino all'albero nella mia foto del 2002) a vedere questo castagno, non ebbi dubbi. Nonostante soli m. 7,05 di circonferenza lo inserii subito nel libro, per due valide ragioni: la bellezza e l'importanza storica.

Forse quasi tutti lo sanno, ma per chi lo ignorasse diciamo che la pianta di "marroni" (cioè la varietà di castagne più grosse, più gustose e più care) in natura non esiste: per avere una produzione di marroni, occorre innestare una pianta di castagne.

Una popolazione che, nel secolo scorso e in quello precedente esprimeva degli specializzati nell’innesto dei marroni era quella marchigiana. L’albero della foto ci racconta qualcosa in proposito. Si trova sul Monte Amiata, in comune di Seggiano. Partendo da Péscina, frazione di Castel del Piano, si imbocca una delle varie stradine asfaltate che portano alla vetta della montagna. Lungo questa stradina si incontra a un certo punto un bivio con l’indicazione “Case Marchi”. Marchi sta, appunto, per Marchigiani, in quanto le case erano abitate da un gruppo di persone delle Marche che, molti decenni fa, si erano trasferite sul Monte Amiata per svolgere proprio quel lavoro, innestare le piante di castagne. Prima di arrivare a Case Marchi, sulla destra, si incontra questo bel castagno il quale, contrariamente a quanto son soliti fare gli alberi della sua specie che, giunti a quelle dimensioni, sono solo delle gigantesche capitozze, possiede ancora una chioma ampia e lussureggiante. Solo una cavità sul tronco, probabilmente originata da un antico fulmine, sta ad indicare l’incipiente senescenza. Racconta un’anziana signora del posto che, quand’era bambina, con i suoi coetanei, era solita usare la cavità per giocarvi a nascondino. Un aggiornamento sul grande castagno ce lo forniva Massimo Crociani il quale, dopo aver letto un mio post di sei anni fa, si recava sollecitamente a trovarlo e così ci relazionava.

"Il castagno è ancora lì (e di questi tempi è già qualcosa); ma il terreno ove sorge è (diventato) privato ed è (stato) recintato, con rete e filo spinato. Tuttavia, la pianta può essere ben ammirata dalla mulattiera, poco distante, che conduce sul posto; a dispetto del cinipede, che infesta la zona, lo splendore del castagno appare intatto. Per quanto riguarda la dimensione del tronco: Fonti Locali Certe riferiscono di una misurazione recentissima, che attesta l'inarrestabile crescita del patriarca: i ben 725 centimetri di circonferenza, misurati a 1,30 metri da terra, confermano la tesi che accrediterebbe l'esemplare di un'età vicina ai 500 anni". La seconda foto è, appunto, di Massimo Cruciani.

3 anni fa interveniva Paolo Dinelli consigliere della Fondazione "Le Radici di Seggiano" ed in particolare curatore della rubrica "Seggiano Curiosa", il quale pubblicava il mio articolo nella rubrica e ci inviava la terza foto che ci mostra il Castagno, questa volta in veste invernale, rassicurandoci ancora sul suo stato di salute.

Alla prossima, amico castagno!

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