Per esempio...
Viviamo sempre più in un mondo armato: armi di tutti i generi, non solo da fuoco o ipertecnologiche per usi bellici come quelle al plasma, elettromagnetiche, laser, ecc., ma anche armi improprie che influiscono sulla vita quotidiana, dagli effetti collaterali e ripercussioni che ci penalizzano sempre più fino a condurci all’esasperazione e disperazione.
Mi riferisco ad esempio alle armi di distrazione di massa, che soprattutto negli ultimi anni hanno avuto successo e si sono moltiplicate e amplificate coinvolgendo e condizionando larghe porzioni di popolazione. Nessuna fascia di età o di reddito ne è esente, e il cui effetto d’istupidimento di massa è stato persino rilevato da una ricerca condotta recentemente in Europa, che ha costatato la perdita media di circa 14 punti di QI (Quoziente di Intelligenza), nella popolazione europea, negli ultimi dieci anni.
Ormai il QI medio di ogni paese europeo è a due cifre, cioè sotto i 100 punti. E questo è indicativo dell’efficacia di queste armi di distrazione di massa, anche se il QI come test è dubbio nella sua efficacia. Non misura ad esempio quanto risultiamo dotati di senso critico e analitico, di curiosità e di dubbi, d’ironia e di sarcasmo, di autonomia intellettuale e di libertà di pensiero ed immaginazione, ecc., che sono tutti aspetti correlati all’intelligenza e che concorrono nel fornirci delle priorità dotate di senso e lungimiranza, inducendoci a non vivere alla giornata accettando supinamente le menzogne che ci sono propinate a ritmi forsennati da tutte le fonti.
Le menzogne provengono soprattutto dai media di (dis)informazione, che senza pudore diffondono fake news a tutto spiano, versione moderna e massificata degli “snuff movie” che erano prodotti in passato per una nicchia di utenti particolarmente pervertiti, psicopatici e sociopatici paganti. Con la spudorata aggravante che queste fonti mediatiche accusano i blogger di produrre e diffondere fake news, quando in realtà i primi a farlo sistematicamente sono proprio loro, le istituzioni mediatiche autoreferenziali all’unisono tra loro, per favorire i loro editori e sponsor, in una gara di piaggeria, l’unica effettiva concorrenza esistente tra di loro.
Non occorrono le ricerche statistiche e mirate che ci rivelano la stupidità dilagante, per renderci conto della grave degenerazione della realtà sociale e culturale in atto da tempo, ce ne accorgiamo da soli nella vita di tutti i giorni, quante difficoltà si hanno ad individuare persone con le quali poter interloquire su argomenti che non siano banali, stupidi, superficiali e non ripetitivi di slogan e concetti elementari e falsificati di provenienza mediatica. Quali difficoltà ci siano ad individuare persone ancora in grado di approcciarsi alla realtà con dei filtri intellettuali in grado di discernere, anche solo applicando del sano buon senso, senso della misura, prudenza e saggezza, in grado soprattutto di applicare criteri di priorità agli argomenti ed ai problemi che andrebbero affrontati, senza aspettarsi illusoriamente ed ipocritamente che siano altri ad occuparsene, delegando non solo le responsabilità anche la facoltà di pensare autonomamente.
Sarebbe già un risultato incoraggiante riuscire a distogliere qualcuno dall’ossessivo utilizzo dello smartphone anche mentre state parlandogli, soprattutto se giovane, e meno sono impegnati professionalmente e socialmente, più li usano, magari anche solo per giocare e cazzeggiare, una specie di droga tecnologica. Perché è indubbio che anche, e forse “soprattutto”, la tecnologia (con i mass media) ha contribuito all’istupidimento di massa. Quello che doveva essere uno strumento, cioè un mezzo, è diventato un totem, una droga che crea dipendenza e che è assunta a grandi dosi, quasi come una flebo continua, impossibile non abusarne, ed invece di usarla per motivi validi e quindi per favorire l’intelligenza, al contrario di quello che si potrebbe pensare superficialmente, concorre ad atrofizzarla, favorisce l’istupidimento di massa. E la stupidità è una delle ’”armi di distruzione di massa” più pericolosa che ci sia, perché è contagiosa (lentamente ma inesorabilmente), seducente, insidiosa, inarrestabile, irrimediabile, immarcescibile, ecc…
Il risultato evidente è che le armi di distrazione e distruzione di massa sopracitate, hanno avuto successo proprio perché la maggioranza della popolazione è ormai deresponsabilizzata e disimpegnata, e ripiegata nell’appagamento del proprio Ego, ed anche se percepisce che qualcosa non va per il verso giusto, che forse la stanno prendendo in giro, che forse sta rischiando di trovarsi col cerino acceso in mano in una camera piena di gas, non riesce in alcun modo ad individuare con chi prendersela se non con capri espiatori nella classica “guerra tra poveri”, e pertanto contribuisce ad accrescere la confusione ed il caos, generato volutamente dall’élite al potere. Più si aggravano le condizioni di vita alimentando il caos, e più il potere elitario si consolida, si arricchisce, si mimetizza, diventa inaccessibile, si garantisce l’impunità. Più le persone sono rese schiave nell’esasperazione del vivere quotidiano, vittime dei complessi ingranaggi burocratici istituzionali e finanziari che li stritolano, e meno tempo e capacità avranno di pensare autonomamente esercitando le loro facoltà intellettuali sempre più atrofizzate, preferendo ripiegare su attività banalizzanti e di divertimento effimero.
Il Divide et Impera ed il Panem et Circenses di romana memoria, con le armi di distrazione e distruzione di massa sopracitate, hanno trovato la loro massima espressione ed applicazione generalizzata, all’ennesima potenza, generando persino una competizione partecipativa tra gli schiavi, apparentemente contenti di essere tali, che concorrono tra loro per accedere a ruoli parassitari (a danno cioè di altri schiavi ed al servizio delle élite dominanti) che concedano privilegi e status sociale distintivo. Ormai il meccanismo ha assunto un moto perpetuo, si alimenta da sé, ognuno contribuisce e fornisce energia e lubrifica gli ingranaggi perché non si fermi mai. L’élite dominante non deve neppure più esporsi o sforzarsi più di tanto, deve solo assicurarsi che gli schiavi di livello intermedio siano sufficientemente incentivati a proseguire nel loro ruolo di kapò.
Tutto questo condurrà ad una riduzione ai minimi termini della consapevolezza di massa, e quindi dell’evoluzione sociale e culturale dell’umanità, in particolare nel mondo cosiddetto Occidentale, perché la consapevolezza è ormai esclusivamente confinata ad una nicchia sociale talmente minoritaria che difficilmente potrà mai divenire “massa critica” in grado di influire sugli eventi e sull’evoluzione collettiva. Questo credo per due ordini di motivi: perché questa nicchia dovrà già faticosamente lottare per sopravvivere difendendo le proprie posizioni ed il diritto a pensare autonomamente dagli attacchi continui, insidiosi ed efficaci, che subirà dall’establishment; perché questa nicchia verrà sempre più osteggiata dalla massa d’ignoranti istupiditi, che non solo non saranno mai disposti ad ascoltarli ed attribuirgli credito, ma per elementari meccanismi di difesa psicologici e culturali, la massa proverà risentimento verso questi presuntuosi che si credono più intelligenti di loro e vorrebbero aprire loro gli occhi e le menti.
Non esiste un lieto fine, non esiste una conclusione, un’alternativa, una scappatoia, l’unica speranza è che l’energia cui possa attingere la “nicchia” non ancora addomesticata ed ammaestrata, sia inesauribile, da poter rinforzare i suoi ranghi seppur minimamente, e poter continuare a lottare come modus vivendi, forse l’unico o ultimo scopo che rimane nella vita di fronte alle ”soverchianti” forze dell’imbecillità.
Una sorta di “legittima difesa”, un diritto che occorre esercitare per non soccombere.
Claudio Martinotti Doria
Mi riferisco ad esempio alle armi di distrazione di massa, che soprattutto negli ultimi anni hanno avuto successo e si sono moltiplicate e amplificate coinvolgendo e condizionando larghe porzioni di popolazione. Nessuna fascia di età o di reddito ne è esente, e il cui effetto d’istupidimento di massa è stato persino rilevato da una ricerca condotta recentemente in Europa, che ha costatato la perdita media di circa 14 punti di QI (Quoziente di Intelligenza), nella popolazione europea, negli ultimi dieci anni.
Ormai il QI medio di ogni paese europeo è a due cifre, cioè sotto i 100 punti. E questo è indicativo dell’efficacia di queste armi di distrazione di massa, anche se il QI come test è dubbio nella sua efficacia. Non misura ad esempio quanto risultiamo dotati di senso critico e analitico, di curiosità e di dubbi, d’ironia e di sarcasmo, di autonomia intellettuale e di libertà di pensiero ed immaginazione, ecc., che sono tutti aspetti correlati all’intelligenza e che concorrono nel fornirci delle priorità dotate di senso e lungimiranza, inducendoci a non vivere alla giornata accettando supinamente le menzogne che ci sono propinate a ritmi forsennati da tutte le fonti.
Le menzogne provengono soprattutto dai media di (dis)informazione, che senza pudore diffondono fake news a tutto spiano, versione moderna e massificata degli “snuff movie” che erano prodotti in passato per una nicchia di utenti particolarmente pervertiti, psicopatici e sociopatici paganti. Con la spudorata aggravante che queste fonti mediatiche accusano i blogger di produrre e diffondere fake news, quando in realtà i primi a farlo sistematicamente sono proprio loro, le istituzioni mediatiche autoreferenziali all’unisono tra loro, per favorire i loro editori e sponsor, in una gara di piaggeria, l’unica effettiva concorrenza esistente tra di loro.
Non occorrono le ricerche statistiche e mirate che ci rivelano la stupidità dilagante, per renderci conto della grave degenerazione della realtà sociale e culturale in atto da tempo, ce ne accorgiamo da soli nella vita di tutti i giorni, quante difficoltà si hanno ad individuare persone con le quali poter interloquire su argomenti che non siano banali, stupidi, superficiali e non ripetitivi di slogan e concetti elementari e falsificati di provenienza mediatica. Quali difficoltà ci siano ad individuare persone ancora in grado di approcciarsi alla realtà con dei filtri intellettuali in grado di discernere, anche solo applicando del sano buon senso, senso della misura, prudenza e saggezza, in grado soprattutto di applicare criteri di priorità agli argomenti ed ai problemi che andrebbero affrontati, senza aspettarsi illusoriamente ed ipocritamente che siano altri ad occuparsene, delegando non solo le responsabilità anche la facoltà di pensare autonomamente.
Sarebbe già un risultato incoraggiante riuscire a distogliere qualcuno dall’ossessivo utilizzo dello smartphone anche mentre state parlandogli, soprattutto se giovane, e meno sono impegnati professionalmente e socialmente, più li usano, magari anche solo per giocare e cazzeggiare, una specie di droga tecnologica. Perché è indubbio che anche, e forse “soprattutto”, la tecnologia (con i mass media) ha contribuito all’istupidimento di massa. Quello che doveva essere uno strumento, cioè un mezzo, è diventato un totem, una droga che crea dipendenza e che è assunta a grandi dosi, quasi come una flebo continua, impossibile non abusarne, ed invece di usarla per motivi validi e quindi per favorire l’intelligenza, al contrario di quello che si potrebbe pensare superficialmente, concorre ad atrofizzarla, favorisce l’istupidimento di massa. E la stupidità è una delle ’”armi di distruzione di massa” più pericolosa che ci sia, perché è contagiosa (lentamente ma inesorabilmente), seducente, insidiosa, inarrestabile, irrimediabile, immarcescibile, ecc…
Il risultato evidente è che le armi di distrazione e distruzione di massa sopracitate, hanno avuto successo proprio perché la maggioranza della popolazione è ormai deresponsabilizzata e disimpegnata, e ripiegata nell’appagamento del proprio Ego, ed anche se percepisce che qualcosa non va per il verso giusto, che forse la stanno prendendo in giro, che forse sta rischiando di trovarsi col cerino acceso in mano in una camera piena di gas, non riesce in alcun modo ad individuare con chi prendersela se non con capri espiatori nella classica “guerra tra poveri”, e pertanto contribuisce ad accrescere la confusione ed il caos, generato volutamente dall’élite al potere. Più si aggravano le condizioni di vita alimentando il caos, e più il potere elitario si consolida, si arricchisce, si mimetizza, diventa inaccessibile, si garantisce l’impunità. Più le persone sono rese schiave nell’esasperazione del vivere quotidiano, vittime dei complessi ingranaggi burocratici istituzionali e finanziari che li stritolano, e meno tempo e capacità avranno di pensare autonomamente esercitando le loro facoltà intellettuali sempre più atrofizzate, preferendo ripiegare su attività banalizzanti e di divertimento effimero.
Il Divide et Impera ed il Panem et Circenses di romana memoria, con le armi di distrazione e distruzione di massa sopracitate, hanno trovato la loro massima espressione ed applicazione generalizzata, all’ennesima potenza, generando persino una competizione partecipativa tra gli schiavi, apparentemente contenti di essere tali, che concorrono tra loro per accedere a ruoli parassitari (a danno cioè di altri schiavi ed al servizio delle élite dominanti) che concedano privilegi e status sociale distintivo. Ormai il meccanismo ha assunto un moto perpetuo, si alimenta da sé, ognuno contribuisce e fornisce energia e lubrifica gli ingranaggi perché non si fermi mai. L’élite dominante non deve neppure più esporsi o sforzarsi più di tanto, deve solo assicurarsi che gli schiavi di livello intermedio siano sufficientemente incentivati a proseguire nel loro ruolo di kapò.
Tutto questo condurrà ad una riduzione ai minimi termini della consapevolezza di massa, e quindi dell’evoluzione sociale e culturale dell’umanità, in particolare nel mondo cosiddetto Occidentale, perché la consapevolezza è ormai esclusivamente confinata ad una nicchia sociale talmente minoritaria che difficilmente potrà mai divenire “massa critica” in grado di influire sugli eventi e sull’evoluzione collettiva. Questo credo per due ordini di motivi: perché questa nicchia dovrà già faticosamente lottare per sopravvivere difendendo le proprie posizioni ed il diritto a pensare autonomamente dagli attacchi continui, insidiosi ed efficaci, che subirà dall’establishment; perché questa nicchia verrà sempre più osteggiata dalla massa d’ignoranti istupiditi, che non solo non saranno mai disposti ad ascoltarli ed attribuirgli credito, ma per elementari meccanismi di difesa psicologici e culturali, la massa proverà risentimento verso questi presuntuosi che si credono più intelligenti di loro e vorrebbero aprire loro gli occhi e le menti.
Non esiste un lieto fine, non esiste una conclusione, un’alternativa, una scappatoia, l’unica speranza è che l’energia cui possa attingere la “nicchia” non ancora addomesticata ed ammaestrata, sia inesauribile, da poter rinforzare i suoi ranghi seppur minimamente, e poter continuare a lottare come modus vivendi, forse l’unico o ultimo scopo che rimane nella vita di fronte alle ”soverchianti” forze dell’imbecillità.
Una sorta di “legittima difesa”, un diritto che occorre esercitare per non soccombere.
Claudio Martinotti Doria
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