venerdì 16 agosto 2024

Il messaggio del Circolo Vegetariano VV.TT.

 


Usando un termine un po’ inflazionato potremmo dire che la nostra è un’azione sulla memoria degli elementi: acqua, aria, terra, fuoco ed etere aggiungendovi l’essere umano in quanto componente della natura. Se si perde il senso di appartenenza all’intera comunità dei viventi, infatti, si va verso l’annichilimento della nostra gloriosa specie umana.

Come dice l’amica Aurora Bussi: “Tutte le civiltà nascono e muoiono raggiungendo il limite di ciò che sfruttano”. In questo contesto occorre fare un parallelo fra elementi naturali e la presenza umana, nonché il rapporto fra i vari esseri.

Finché si continua a vedere l’uomo e la donna come separati dal resto del mondo non avviene quel processo alchemico trasmutativo della coscienza in termini di condivisione globale dell’uomo nella natura. Il nostro è un viaggio verso ciò in cui siamo sempre stati: la casa Terra. Ed una volta realizzato che siamo già a casa possiamo cominciare a prendere in considerazione un ritmo diverso, uno stile di vita diverso della nostra presenza sul pianeta. Possiamo definirlo Armonia?

“La flessibilità dell’ambiente ecologico e della civiltà umana, che risulta dalla combinazione di entrambi, è così un sistema ecologico che si definisce per ‘variabili interconnesse’ con soglie di tolleranza superiori ed inferiori. L’adattamento si consegue con la modificazione delle variabili”.

L’obiettivo sociale del circolo vegetariano VV.TT. è quello di creare una rete fra i vegetariani, gli ecologisti e gli spiritualisti laici e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi trattati. Per questo realizza, nel corso dell’anno, numerose iniziative pubbliche…

Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT.


Contatti: circolovegetariano@gmail.com - 0733/216293


Post Scriptum - Non ci resta che piangere (o ridere...?) - Scrive lo psichiatra Vittorino Andreoli: “...siamo in "una cornice di civiltà disastrosa", l'Italia e l'Occidente stanno "regredendo alle pulsioni istintive", al dominio della "cultura del nemico": La superficialità porta l'identità a fondarsi sul nemico. Se uno non ha un nemico non riesce a caratterizzare se stesso..."

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