"...Il potere della “Grande-Madre” ha in sé la forza del sapere sciamanico salvifico e divinatorio, espresso anche dalle “Sibille” e da tutte le ancelle-rappresentanti della Dea. Questo potere suscitava reazioni distruttive nelle Gerarchie del monoteismo mosaico, paternalista e maschilista, che, proprio per paura di perdere i privilegi acquisiti, diventano estremamente pericolose e una continua minaccia per la stabilità sociale e politica.
Il “popolo di Dio” non è chiamato alla assoluta osservanza della legge (legge mosaica) che, prima di tutto, mira a diffondere il proprio potere teologico-politico, attraverso l’imposizione di una “etica del potere” che è assolutamente perniciosa per la libertà, per la verità, per la giustizia, per il rispetto dei diritti del singolo, la creatività e la spinta vitale per la crescita e per il divenire civile.
Non sono necessarie né una gerarchia, né la struttura di una rigida forma legislativa, che creano solo un feroce senso del peccato (… creato per sottomettere), proprio perché il potere di Dio è un potere salvifico, fondato sul perdono e non sulla creazione di un capo espiatorio.
Ogni persona, ogni soggetto, è chiamato a percepire l’Amore di Dio e non un suo feroce senso di condanna e di sete di riparazione della colpa: è Dio, con il suo amore incondizionato verso il suo popolo, a cancellare sempre e con magnanimità ogni colpa ed ogni riparazione.
Dio non ha bisogno di “servi” dominati dall’obbedienza e dalla paura del castigo, ma di “figli”che cercano l’amore e la grazia del Padre. Dio non chiede offerte, riti, sacrifici, preghiere perché nel suo “rapporto d’amore” è pura comprensione, pura generosità, pura tenerezza, pura …..
Dio è un “amore generoso” che dice “… andate e moltiplicatevi in amore ed in creatività, in sapere ed in partecipazione sussidiaria e generosa: è peccato solamente danneggiare un’altra persona, fare del male ad un bambino o ad una donna che sono “… la vera semente dell’amore di Dio”.
La “vera conversione” (cambiamento di prospettiva) riguarda la “capacità di giudizio”, inteso come pienezza di vita, piena realizzazione di sé nell’integrazione con l’Altro.
Il perdono di Dio si misura concretamente con la scelta di perdono fatta da ognuno in favore del vicino, del aprente, del viandante … di ogni altro reso sacro dal perdono stesso ricevuto da Dio.
Il peccato del mondo non è peccato verso Dio (che sempre perdona), ma è rifiuto della pienezza della vita che si misura solo nel rispetto dell’altro, del riconoscere il valore dell’altro e, soprattutto, della singolarità creativa e salvifica dello spirito del femminino sacro.
Nel popolo di Dio non c’è posto per le potenti istituzioni religiose e per gerarchie oppressive e dogmatiche, proprio perché ognuno può rivolgersi direttamente a Dio che, con il suo amore, è sempre disposto ad ascoltare e ad aiutare i suoi figli, indipendentemente dai loro errori e dalle loro colpe.
Dio non ama i figli e le persone per i loro meriti (che sono meriti del potere terreno e materiale), ma per la loro disposizione di amore, per la loro ricerca incessante di collaborazione, di sussidiarietà e di accettazione.
Dio non giudica, non crea leggi, non cerca sottomissioni o colpevolezze: dio è “servizio”, comprensione e generosità.
Inaccettabili, per Dio, sono solo i comportamenti distruttivi che mirano a sottomettere e a creare dolore e sofferenza.
Dio è orientato verso il bene e la felicità degli uomini, verso la loro esistenza serena nell’amore della famiglia, del rapporto d’amore tra genitori e figli e non tiene conto dei peccati, che, per lui, sono sempre cancellati.
Inciampare e cadere non sono mai motivi per creare peccato e castigo, ma esperienze che portano a continue rinascite nell’amore di Dio.
Se la vita è orientata verso il bene degli altri, Dio gioisce per aver creato giustizia, benessere, felicità, crescita e una moltiplicazione del suo stesso amore: il perdono di Dio precede sempre la richiesta di perdono da parte dei suoi figli.
In questo si comprende come Dio sia luce che si espande. “Io sono la luce del mondo” – luce che è saggezza, consapevolezza, benedizione, sincero amore verso l’altro che è “… segno dell’accoglimento del suo Amore”.
La legge di Dio non ha bisogno di essere scritta, non è un codice di dottrine e precetti, bensì il dono interiore. La legge scritta è una legge umana che perciò è destinata a perire. La legge divina è impressa nel cuore dell’uomo, nel suo spirito e, proprio per questo, è eterna e rende eterno l’uomo “… racchiuso nello scrigno dell’amore.
Dio non ha bisogno di suoi rappresentanti in terra con il compito di tradurre le sue volontà, perché queste Dio le trascrive nel cuore di ognuno dei suoi figli, nella “… verità della procreazione e dell'educazione dei figli nella verità”.
(Romeo)
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