Per una comunità intenzionale, come per qualsiasi gruppo di persone che vogliano intrecciare le proprie vite, definire e scrivere la propria identità è uno dei passaggi fondamentali per attrarre la realtà che si desidera creare assieme.
L’identità è racchiusa in documenti quali la Visione e la Missione.
Avere una visione e una missione che siano chiare, belle, che risuonino per ciascuna persona del gruppo è prezioso perché sono una luce e un’ispirazione che riscaldano nei momenti di sfida e di difficoltà.
Da qualche anno ho il piacere di accompagnare gruppi e comunità nel processo di emersione e definizione della propria identità, e ho visto che l’inverno è la stagione più gettonata per questo processo. Oltre a essere al minimo le attività esterne, sono vari gli approcci e le tradizioni che confermano questo come un periodo particolarmente propizio. Ad esempio per il Dragon Dreaming questa parte dell’anno corrisponde alla fase del sognare, quello delle idee che precedono qualsiasi pianificazione, e per i Taoisti l’elemento Acqua, che nel ciclo dell’anno è l’inverno, è relativo alla creatività, alle intuizioni e alle ispirazioni, ai semi di precedenti esperienze che mettono radici per nuovi inizi.
La visione ci invita a distillare cosa ci sta a cuore; generalmente inizia con una frase del tipo sogniamo / vediamo un mondo, e narra di ciò che la comunità, e ogni individuo che ne fa parte, desidera non solo per se stessa ma anche per tutta l'umanità. È quell’orizzonte che non è fatto per essere raggiunto ma per mantenerci in cammino con la stessa direzione.
La missione va a mettere a fuoco a quale specifica realtà e progetto il gruppo sceglie di dar vita per portare nella materia i valori espressi nella vision. Gli stessi principi di ecologia, sostenibilità, e condivisione, ad esempio, potrebbero accomunare realtà molto diverse tra loro, come un agriturismo, un ecovillaggio, un negozio di biologico, un'impresa sociale.
Dalla missione possiamo derivare il piano strategico, ovvero il programma che in base alle priorità e alla connessioni reciproche, mette in ordine di tempo gli obiettivi che è possibile raggiungere. Per quei gruppi che adottano un approccio sociocratico, la missione è anche quello scopo generale per il raggiungimento del quale creiamo i cerchi operativi ed è anche il metro ultimo per definire cosa abbia senso, al di là delle preferenze e dei gusti individuali.
Generalmente la Visione non si cambia o è comunque un testo a lungo termine, mentre la Missione potrebbe essere oggetto di revisioni e integrazioni, soprattutto dopo cambiamenti importanti.
È bene che l’identità di un gruppo sia data da un testo non troppo lungo, di pochi periodi in tutto, che nei suoi tratti essenziali possa essere ricordato senza sforzo.
Solo così potrà essere un testo vivo e utile nel corso del tempo.
La forza di darsi un’identità chiara l’ho vista in tutti i gruppi che ho supportato in questo processo. I Piumani, da quando nel 2022 si sono dati Visione, Missione e un cerchio di Custodi del Fuoco, hanno avuto più ritmo e maggiore partecipazione e condivisione di responsabilità. Un cohousing a Padova, che non si era mai preso il tempo di darsi una Visione/Missione nonostante gli anni di vita assieme, ora che l’ha creata ne sta derivando un senso di rinnovata chiarezza e potrà attrarre una nuova famiglia. Per alcuni gruppi in partenza essersi dati una Visione è stata anche l’occasione per uscire da una nebulosa di sogni individuali, e alcuni del gruppo hanno così capito che quel progetto non faceva per sé… ed è meglio comprenderlo per tempo piuttosto che emerga quando ormai si è vincolati da impegni economici e di proprietà.
Come capisco se la Visione/Missione del mio gruppo è scritta bene? Se quando la leggete assieme risulta significativa, coinvolgente, se ispira sia all’azione che all’appartenenza, se vi rende contenti di appartenere a quel gruppo… allora è il testo che fa per voi. Diversamente potreste valutare di rivederla.
Se siete una comunità intenzionale potete rivolgervi al gruppo Facilitarive (facilitarive@gmail.com), un insieme di facilitatrici e facilitatori con esperienza comunitaria, al quale ho il piacere di partecipare, che può supportare ecovillaggi, cohousing e affini con esperienza, strumenti e sensibilità, su settori che oltre all’identità riguardano la struttura, i metodi decisionali, la comunicazione, le relazioni e la risoluzione di conflitti.
Che questo inverno sia per tutt@ abbondante di ispirazioni e di rinnovati intenti, connessi alla vita e ai nostri talenti.
Andrea Safir Stagliano - RIVE - newsletter@ecovillaggi.it
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