lunedì 6 gennaio 2025

"La guerra è nuda"... - Riflessione di Michele Meomartino

 


Questa mia riflessione prende lo spunto, a cominciare dal titolo, da un articolo scritto dal giornalista Antonio Capuozzo * qualche mese fa a proposito dell’urgenza di un negoziato per tentare di mettere fine al sanguinoso conflitto tra Russia e Ucraina. Sappiamo che poche settimane dopo l’inizio del conflitto, aprile 2022, ad Istanbul con la mediazione della Turchia, le delegazioni dei due paesi, dopo alcuni giorni di trattative, avevano raggiunto un sostanziale accordo per porre fine al conflitto. Ma l’intervento tempestivo dell’ex premier britannico Boris Johnson, che si precipitò a Kiev dal presidente ucraino Zelensky, fece saltare quell’accordo che avrebbe evitato un inutile spargimento di sangue.

Addirittura il presidente ucraino qualche mese dopo firmò un decreto che vietava al suo paese di negoziare con la Russia! Durante questi anni di guerra ciascuno dei belligeranti ha accusato la controparte delle peggiori nefandezze.

Le opinioni pubbliche europee, all’inizio ignari delle vere ragioni del conflitto, si sono suddivise tifando per gli uni o per gli altri, quasi fosse una partita di calcio. Ma ecco che in questi ultimi giorni del 2024 vengono diffusi dei dati, dopo quasi 3 anni di conflitto, che fanno un po’ di chiarezza nel mare magnum della propaganda.

Secondo il 58° rapporto dell’autorevole Istituto di ricerche Censis il 66,3% degli italiani attribuisce la responsabilità delle guerre in corso, non solo quella tra Russia e Ucraina, ma anche in altre aree come il Medio Oriente, agli Stati Uniti e, più in generale, all'Europa. Questo dato, come viene riportato dal sito Antimafia 2000, è molto significativo sia dal punto di vista quantitativo che sociologico, perché riflette una forte delusione verso le politiche occidentali, percepite dagli italiani come troppo aggressive e responsabili di un peggioramento delle tensioni a livello globale.

Questo dato, ad onor del vero, a livello personale non mi stupisce più di tanto perché basta ascoltare la gente comune o guardare la realtà per quella che è, senza mettersi il prosciutto davanti agli occhi per comprendere gli umori che sta attraversando la società italiana.

In pratica 2 italiani su 3 la pensano diversamente dalla narrazione del mainstream casareccio, quasi tutto schierato (oltre il 90%) nella sacra difesa dei cosiddetti valori occidentali seriamente minacciati dalla volontà espansionista e bellicista della Russia pronta ad invadere l’Europa con le sue armate fino a Lisbona. Come è noto, in guerra le propagande sono una delle armi che vengono utilizzate dai belligeranti per condizionare l’opinione pubblica. Essa è fisiologicamente organizzata per alterare e manipolare la realtà attraverso l’uso distorto delle informazioni. Il problema sorge quando si crede ciecamente alla propria propaganda confondendola con la realtà.

Una propaganda martellante che stiamo subendo tutti i giorni da quasi 3 anni, per tacere della censura dei più importanti social media come Facebook, YouTube, Instagram, ecc..., solerti inquisitori pronti ad oscurare qualsiasi informazione che cerca di contraddire la narrazione ufficiale.

Premesso ciò, alcune domande sorgono spontanee, per esempio, come mai nonostante questa impressionante potenza di fuoco, la narrazione mainstream non è riuscita a convincere la maggioranza degli italiani? Forse perché l’esercito di prezzolati al soldo della propaganda incomincia a fare cilecca? Forse perché gli italiani non si lasciano persuadere più facilmente dagli imbonitori di turno e cominciano a ragionare con la propria testa?

Forse perché il potere d’acquisto delle famiglie è miseramente calato, anche a causa dell’aumento dei costi energetici? Forse perché le poche e lodevoli eccezioni: giornalisti e youtuber indipendenti, personalità della cultura e dello spettacolo, gruppi pacifisti e minoranze politiche hanno saputo raccontare un’altra narrazione con più convinzione e aderente alla realtà? Mi fermo qui con le domande perché in realtà ognuna di esse ci schiude altre domande che sarebbe utile approfondire.

Penso che dopo 80 anni di assenza di guerra, dopo due conflitti mondiali che hanno letteralmente distrutto l’Italia e l’Europa, i suoi cittadini sono stufi di parlare di guerra, tanto cara a coloro che lucrano su di essa. Vorrebbero invece vivere in santa pace, magari meglio e in uno spirito di collaborazione con gli altri popoli.

Invece i governanti europei, quasi tutti guerrafondai, ci stanno preparando alla guerra contro la volontà della stragrande maggioranza dei loro cittadini. Sarebbe questa la democrazia che i guerrafondai da divano e in tuta mimetica vorrebbero difendere?

Sarebbe questa la difesa dei sacri valori della democrazia, cioè quella di imporre a tutta la società la volontà di una minoranza rappresentata da potenti lobbies finanziarie che lucrano sulla pelle delle popolazioni?

Sarebbe questa la difesa dei sacri valori occidentali quando assistiamo indifferenti allo sterminio di un intero popolo, di bambini, donne e anziani innocenti con la complicità dei governi occidentali che forniscono armi e soldi ai carnefici?

Sarebbe questa la difesa dei sacri valori democratici quando taciamo sugli assassini mirati di giornalisti e freelance, rei di stare nel “posto sbagliato”, ovvero di voler raccontare le stragi che si stanno perpetrando impunemente ad opera di governi che si definiscono democratici?

Perché tanta ipocrisia? Basterebbe chiamarli per quelli che sono, semplicemente assassini e criminali. Forse non si fermerebbe il conflitto, ma almeno avremmo bandito una viscida e insopportabile ipocrisia!

Non sorprende, dunque, come ci ricorda Antimafia 2000, che solo il 31,6% degli intervistati si dichiari favorevole all'aumento delle spese militari fino al 2% del PIL, come richiesto dalla NATO. La sfiducia verso le istituzioni occidentali emerge anche da un altro dato significativo: il 70,8% degli italiani intervistati ha criticato pesantemente le élite politiche, condannando apertamente l'arroganza dell'Occidente nel voler imporre il proprio modello politico ed economico ad altre nazioni.

Secondo il Censis, una delle principali cause di questa sfiducia è il fatto che i conflitti militari, a differenza del passato, non restano confinati in specifiche aree geografiche, ma producono ripercussioni ben più estese e a livello globale, con effetti inevitabili sui flussi migratori, sui mercati e, più in generale, sulle strategie politiche. Per molti italiani, infatti, la guerra in Ucraina è percepita come l'inizio di una catena di eventi potenzialmente fuori controllo, con conseguenze devastanti per l'Europa in termini di sicurezza, economia e coesione sociale.

Michele Meomartino



*  Articolo menzionato:  https://ultimabozza.it/la-guerra-e-nuda/

1 commento:

  1. Caro Michele, la tua riflessione è pienamente condivisibile. Grazie! Paolo

    RispondiElimina