Bozza:
Un suggerimento di due modi complementari per raggiungere un'eliminazione efficace, totale e irreversibile delle armi nucleari collegando la proibizione al non primo uso
Documento di lavoro presentato da 'Disarmasti Esigenti', partner di ICAN
1. In seguito al nostro precedente Documento di lavoro presentato alla Seconda riunione degli Stati parti del TPNW (TPNW/MSP/2023/NGO/14), la questione sollevata nel sottotitolo è significativa poiché, nonostante alcuni notevoli successi del TPNW, dopo la sua adozione il 17/07/2017 e la sua entrata in vigore il 22/02/2021, nessuno degli Stati dotati di armi nucleari, né i loro alleati, ha finora aderito a questo trattato.
2. In sintesi, in questo documento proponevamo di studiare due modifiche del TPNW in rapporto ad una strategia per arrivare dalla proibizione alla eliminazione delle armi nucleari: 1) includere nel testo del Trattato la proibizione delle armi nucleari, specificando “qualunque sia la loro potenza”; 2) prevedere, nell’articolo 4 del Trattato, una maggiore apertura e flessibilità nell’adesione, stabilendo una nuova categoria riconosciuta formalmente di Stati “affiancatori”, "collaboratori" (o altro termine similare).
Quindi qui ora proponiamo, dentro la stessa visione e approccio strategico del working paper citato, altri due modi specifici per raggiungere un'eliminazione efficace, totale e irreversibile delle armi nucleari.
2. Il primo modo, che potremmo definire Helsinki 2 in applicazione del principio della sicurezza comune
Alcuni Stati non-parte e membri della NATO (Germania, Paesi Bassi, Belgio e Norvegia) guardano con interesse al TPNW e sono persino pronti a collaborare su alcuni punti del Trattato, e in particolare sull'assistenza alle vittime e sulla riparazione dell'ambiente, ma si considerano incapaci di aderire al TPNW a causa delle "regole" della NATO di cui fanno parte (in particolare Germania, Paesi Bassi e Belgio che ospitano bombe nucleari degli USA sul loro suolo!)
D'altra parte, l'aggressione della Russia verso l'Ucraina, e indirettamente verso "l'Occidente", costituisce una delle ragioni principali per cui questi paesi rimangono nella NATO.
Ne consegue che l'unico modo per risolvere questa situazione sarebbe quello di cambiare radicalmente la natura del rapporto tra Occidente e Russia.
In breve: passare da una "cultura del nemico" (perdente-perdente) a una "cultura della cooperazione" (vincitore-vincitore).
Non si sta parlando di una utopia fantasiosa perché in un certo senso si tratterebbe di riprendere un dialogo tra NATO e Russia interrotto circa vent'anni fa".
Cosa dovremmo fare allora? Cercare di realizzare ora, in condizioni molto più difficili, ciò che non è stato fatto negli anni Novanta, e forse era possibile fare quando il contesto geopolitico era molto più favorevole.
Vale a dire: aprire negoziati con la Russia, al tavolo dell’OCSE, sui "problemi di confine" basati sullo status delle popolazioni di origine russa nei paesi orientali, in particolare in Ucraina, Moldavia e nei tre paesi baltici, che costituiscono altrettante "bombe a orologeria", la prima delle quali è già esplosa in Ucraina. Ad esempio, in Estonia e Lettonia circa 1/3 della popolazione è di origine russa e più della metà di loro è priva di qualsiasi nazionalità!!
Tuttavia, riuscire a stabilire relazioni pacifiche e costruttive tra la Russia e il resto dell'Europa avrebbe anche un effetto positivo sul processo di disarmo nucleare, anche se, ovviamente, non sufficiente per un disarmo efficace e generale.
3. La seconda via sbloccata dalle dichiarazioni di non primo uso da parte di potenze nucleari
Per fare questo, tutti i 9 paesi in possesso di armi nucleari dovranno (anche con i loro alleati) “arrivare gradualmente a sedersi allo stesso tavolo delle trattative”, avendo compreso che il possesso di armi nucleari costituisce un rischio inaccettabile, prima di tutto per loro stessi.
Mentre spetta a questi stati prendere questa iniziativa, spetta anche a noi, società civile, aiutarli a raggiungere tale consapevolezza.
Quale degli stati dotati di armi nucleari potrebbe essere l'iniziatore di un simile processo? Si potrebbe pensare alla Cina, che, nonostante il suo regime totalitario, ha adottato un atteggiamento relativamente aperto nei confronti del processo che ha portato all'adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e che è l'unico stato dotato di armi nucleari ad aver completamente escluso dalla sua dottrina qualsiasi forma di "primo" attacco nucleare. Come primo passo, la Cina potrebbe proporre la creazione di un Gruppo di lavoro, composto da esperti dei 9 paesi dotati di armi nucleari (un WG9) con la missione specifica di formulare una "road map" realistica per un disarmo multilaterale coordinato, che fungerebbe da base per i negoziati tra i 9 stati dotati di armi nucleari e i loro alleati. Quindi l'adesione universale al TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, non dovrebbe più incontrare ostacoli significativi.
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