giovedì 19 marzo 2015

Essere pini a Grottammare è una disgrazia!




Una disgrazia, essere pini a Grottammare. Figli di un dio minore.
Perfino peggio che esserlo a San Benedetto. Conosciamo la parola
magica che tutto sdogana: SICUREZZA. Declinata nel paraculese delle
veline comunali, copiata dai giornali che la gridano dai rispettivi
inginocchiatoi, suffragata dal pensoso agronomo/a, il risultato è
sempre esiziale per i pini: esecuzione immediata o quasi. Sono
pericolosi/pericolanti, le radici affiorano, rami e tronchi ci
minacciano il cranio e l’auto.

E nella silente indifferenza di tutti, nella latitanza di ogni voce
critica o anche solo competente (qualcuno ha incontrato un vivaista,
un forestale?), in un amen ti fanno fuori mezze pinete. Così in questi
giorni di post-maltempo, ne han segati alla base un bel po’, in pinete
e pinetine tra lungomare e centro. Previa velinona comunale sulla
SICUREZZA, va da sé. Ma non dicono ogni due per tre che i pini devono
stare nelle pinete e non sulle strade e bla bla bla? E quelli nelle
pinete stavano. Ma gli è andata male lo stesso.

      In realtà sono le potenziali grane a preoccupare massimamente i
Nostri. Ed è il proprio augusto fondoschiena che vogliono pararsi. Un
ramo schiantato sul SUV, una pigna sul cranio, un pino spiaccicato
tutto intero sul passante (probabilità circa zero se non ti ci metti
sotto in piena tempesta): grattacapi da evitare, e il totem della
sicurezza cittadina va a fagiolo. Perché disturbarsi a prevenire -
specie se non lo si sa fare - con regolari interventi di saggia
manutenzione, se il (falso) problema può essere eliminato ALLA RADICE?
Un albero che non c’è non cade. Lapalissiano.

     Eppure non ci vogliono teste di agronomi per capire che pini mai
curati, mai potati, mai tutto, sono appesantiti dalle loro stesse
chiome, fragilizzati da radici sempre più superficiali perché mai
”guidate”: grossolana incuria umana che li rende corpacciuti
incolpevoli giganti dai piedi d’argilla. Ammessa dunque e tutt’altro
che concessa la strillata “pericolosità” dei pini morti per sega, di
quale “sicurezza” straparlano, gli amministratori e loro esperti
embedded, capaci di intervenire solo in emergenza e sempre con
modalità distruttive?

     Quanto nella realtà la sorte di pini e pinete stia a cuore ai
Nostri, lo dice la normale barbarie di pini ingabbiati, verniciati,
soffocati, usati come appendini per fili elettrici e lampade (foto).
Grottammare “distratta”: neghittosa e incurante del proprio diffuso
degrado estetico e funzionale. Grottammare schizofrenica: vivaista e
cimiteriale, regina di vivai e cimitero di pini.
 

Sara Di Giuseppe
 faxivostri.wordpress.com

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