sabato 21 gennaio 2012

Ritorno in natura... l'ecologia profonda nella visione di Riccardo Oliva - "Rinnovare il nostro intimo rapporto con ciò che ci circonda"

Occorre ripartire da una concezione alta....


A sentire giornali, tv, opinionisti, letture new age o catastrofiste e il solito ciarpame di frasi fatte e personaggi, che “al momento più opportuno” , si trasformano da abili affaristi in sensibili amanti del verde (lo stesso colore che sanno maneggiare con doviziosa cura in altre sedi), sembra che il modello per risolvere la sfida presente legata all’ambiente, sia semplicemente porre più attenzione civica, migliorare la nostra educazione, offrire tecnologia pulita ecc. ovvero rientrare in quel cliché moderno e benpensante apparentemente visto come l’unica salvezza per salvare il pianeta che ci ospita.



La posta in gioco è altissima ed è sapientemente unita ad una sorta di “attesa messianica”, in cui la soluzione sarà quando il cancro uomo la farà finita di infettare Madre Natura, o quando questa al momento giusto spazzerà via tutta la nostra arroganza antropocentrica.


In una situazione del genere in cui si può dire tutto e il contrario di tutto, possono anche riaffiorare idee in cui la Terra deve essere intesa come un essere vivente. Ciò non si discosta tanto da una visione che vede in un alveare e in un formicaio, microcosmi perfettamente inseriti in un contesto fisico e metafisico, dove è ben presente a tutti i propri componenti come siano caratterizzanti le gerarchie, le ripartizioni differenziate di funzioni, la coesione e partecipazione comunitaria, presenti in strutture così complesse; lo stesso può quindi riassumersi per un pianeta formato da quei 4 elementi (Terra Aria Acqua e Fuoco) e 92 composti chimici che sono le fondamenta e la costituzione di tutti gli esseri, noi compresi. Se sviluppassimo queste chiavi di lettura, ci si potrebbe reintegrare con l’ambiente, armonizzare e interagire con esso in un modo consono allo stato raggiunto dalla rispettiva e intima natura di ognuno e dal modo che essa ha di sentire un “qualcosa”.

Certamente da quando il dogma del materialismo storico e il mito del benessere, hanno intaccato ogni angolo della nostra vita, non vediamo più la Natura come “fonte” per abbeverarsi, ma come “risorsa” da spremere perbene e da offrire su un piatto, non per il bene della collettività, bensì per accontentare i servitori di Mammona, che così ne possono succhiare il sangue, sprecarne l’energia, desacralizzarne i simboli e depredarne le ricchezze.
Il teatrino in cui si affrontano le tematiche ambientaliste parte sempre da questo punto: arricchirsi con la Natura anziché un do ut des della nostra coscienza individuale rispetto ad uno specchio della coscienza universale.

Occorre ripartire da una concezione alta, che abbia in sé una capacità operativa e reattiva atta a ristabilire l’ordine interrotto, creando situazioni nuove e idee rivoluzionarie, che riconoscano l’insieme e non il parziale, che accettino che tutte le “creature”, anche se su piani differenti, sono figlie del nostro stesso mondo spirituale, dove coesistono in base ad un fato che gli ha assegnato un posto non casuale. Per intervenire è per risolvere con coerenza i problemi cui oggigiorno la Natura è costretta a subire, è opportuno rinnovare il nostro modo di sentire. Chi incarna questa visione deve comprendere di avere una responsabilità fatta di saldi principi “superiori” che siano la base necessaria per poi adoperarsi pragmaticamente su livelli “inferiori” o materiali, in cui l’ambiente è solo un tassello di un mosaico percepibile solo con un’esperienza diretta e vissuta.

Oggi si inizia a sentire necessità ad occuparsi dell’amore e del rispetto per gli animali, per le piante, per i minerali che popolano questo pianeta. Forse ci si è accorti che predare ciecamente ed egoisticamente Madre Terra, potrebbe portare a ferire anche il nostro stesso spirito, che qualcuno pretende di conoscere senza la dovuta umiltà e senza mezzi a disposizione per svelarne il segreto.

Tutto questo però viene fatto e detto in maniera confusa, quasi sognante e troppo sentimentalistica, poco attento a percepire che è solo con un’intesa tra cuore e mente che potrà esserci un miglioramento graduale per affrontare tutte le problematiche in questione.

Bisognerebbe che gli ostacoli che ci si pongono dinanzi, siano accettati come un sano “confronto stimolante”, che permetta ai nostri sensi di agire, anziché dormire beatamente ed in modo alquanto pigro. Le sfide che ci si presenteranno e che dovremo cavalcare, dovranno considerare sempre più marcatamente le cose “elementari”, cioè semplici, che permettano così di tornare ad uno stile di vita consono all’abito che indossiamo e che inizia a starci troppo stretto.

La differenza per ognuno sarà nella risposta che si vorrà dare a ciò che regola e gioca con le nostre vite: ci si potrà porre in un agire attivo e “sveglio” con quegli elementi o si dovrà subire in modo passivo e “dormiente” quelle sue forze.

Nel nostro mondo duale, il “male” tende a diminuire le nostre forze vitali, cercando di non farle giungere attraverso varie fasi, ad un suo completo sviluppo; per ottenere questo usa come strumento ciò che vuol far credere sia il “bene” e che invece sembra risultare molto più lontano da ciò che dovrebbe aiutare a difendere la Natura da un attacco indiscriminato fatto di elevato inquinamento, distruzione genetica, onde elettromagnetiche, cibi morti e privi di energie, farmaci debilitanti, tecnologie distruttive per gli ecosistemi, manipolazioni dei media sotto schiaffo di volgari interessi etc.

Questo avviene perché non riesce a mascherare quella matrice deterministica e meccanicistica presente nell’attuazione di tutti i suoi obiettivi. L’ambiente da qualsiasi prospettiva, sia a difesa che a sfruttamento, rimane pur sempre come un qualcosa di esclusivamente riservato agli utilitarismi umani o umorali e non quindi seguendo l’esempio delle sue inalienabili leggi che sono sempre presenti a ricordarcelo visibilmente o invisibilmente in ogni attimo della nostra vita o cercano di continuo di insegnarci attraverso le miliardi e miliardi di pagine viventi e non scritte che ci circondano.

Forse questo senso di incomprensione che si applica rigorosamente al nostro ex-sistere  sempre più virtuale, che sta privando e svuotando di tutto migliaia di individui, non è frutto di un “caso” ma fa parte di un processo che permea tutte le cose “nascono”.

Dietro la nostra attuale crisi esistenziale e valoriale, dovremmo comprendere a quanta distanza siamo arrivati dalla natura, a prescindere dal fatto di abitare in campagna o dal vivere costretti ad una giungla d’asfalto. Siamo talmente staccati da queste forze, da non percepire più che anche ciò che ci circonda prima o poi finirà, con o senza uomo, allo stesso modo di come anche gli Dèi prima o poi “muoiono”.

Accettare di terminare un percorso, vivendo pericolosamente e intensamente anche i cambiamenti continui e degenerativi in cui spesso finiamo, è una cosa che terrorizza questo mondo moderno, sempre intento ad allungare una fine che tanto ciclicamente lo colpirà come del resto capita a qualsiasi essere soggetto al tempo.

Non è quindi la troppa CO2 nell’aria o la mancanza di oro blu il vero problema, questo è un piano decisamente di poco conto rispetto alla chiave risolutiva dell’attuale situazione di criticità.

Il bisogno interiore e metafisico che il nostro livello di coscienza richiede, sta già riapparendo nell’intimo di molti popoli e ovviamente gli adoratori del Dio Profitto hanno fiutato il rischio, e per evitare di far spostare la gente su una prospettiva verticale e nobile dell’esistenza, hanno creato un falso ambientalismo, corrotto e di facciata che non ha alcun interesse ad agire e a salvaguardare gli equilibri naturali, perché le risorse della terra sono troppo appetibili per la sua filosofia di vita opulenta. L’unico obiettivo dei nostri politici ed ecologisti dell’ultima ora è salvaguardare la sostenibilità degli aspetti economici della Terra, partner indispensabile di un contratto che non ha mai firmato.        
                  
Riccardo Oliva
Presidente Associazione Memento Naturae

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