domenica 2 maggio 2021

11, 12 e 13 giugno 2021 - Mobilitazione nazionale contro il nucleare e per l'acqua pubblica

 


...bisognerebbe sempre ricordare  che il 12 e 13 giugno 2011, oltre che su l'acqua pubblica  si votò anche sul nucleare e che anzi Fukushima (così come Chernobyl nel voto del referendum vinto nel 1987) - con il rifiuto che provocò del "rischio nucleare" - fu la causa determinante del raggiungimento del quorum.

Bisogna distinguere il significato politico del voto al di là dei quesiti tecnici riportati sulle schede referendarie, relative a procedure di localizzazione e compensazioni. Lo slogan del comitato referendario era chiaro in proposito: "L'unica cosa certa del nucleare sono i rischi" e questa fu l'idea dei milioni di italiani che si recarono alle urne  nonostante gli inviti ad andarsene al mare: "Noi popolo rifiutiamo i rischi connessi all'applicazione della tecnologia nucleare". Un messaggio allora forte e chiaro, alla fine recepito dal potere italiano che, pur non eccelso nella qualità della sua élite dirigente, ha compreso bene cosa serviva per restare in sella; e comprese che tale rifiuto popolare di massa  non era aggirabile da confusi distinguo da "latinorum tecnico" di professorini.

Dopo 10 anni la "saggezza della paura" si è un po' svaporata e possono fare più presa discorsi sul "nuovo nucleare verde" che in un futuro dietro l'angolo, con la "fusione", ci darà una energia illimitata, quasi gratis e senza problemi di inquinamento.

L'apporto che ci serve dagli scienziati critici quindi non è quello di seminare confusione per ostacolare la capacità di agire e di reagire dei movimenti alle manovre della lobby atomica; bensì, come fanno Luigi Mosca e Mario Agostinelli (tanto per citarne qualcuno), quello di aiutare i cittadini organizzati e partecipanti a smontare le bugie tecnocratiche che, in un involucro nuovo, propinano gli inganni usati e abusati sui vantaggi infiniti a rischio inesistente.

Per l'intanto l'11, 12 e 13 giugno - mi sembra giusto ripeterlo - dobbiamo mobilitarci sui referendum (plurale) e non sul referendum (singolare, relativo solo all'acqua) e a tal fine è utile ricordare anche i compiti che spettano a una politica bene formata e orientata per attuare la volontà espressa dal popolo italiano e ampiamente disattesa sulla fuoriuscita dal rischio nucleare.

Rinnovo in proposito a sottoscrivere online l'appello in questo senso   (https://www.petizioni.com/rispettarereferendum) e ad intervenire organizzati all'assemblea prevista per il prossimo 27 maggio (vedi:  https://paolodarpini.blogspot.com/2021/05/acqua-pubblica-e-nucleare-resoconto.html)  sulla mobilitazione per l'11, 12 e 13 giugno 2021.

Alfonso Navarra - alfiononuke@gmail.com




1 commento:

  1. Domanda ricevuta via email: "La domanda è questa, a chi giova mantenere la confusione fra nucleare da fissione e nucleare da fusione? "L'unica cosa certa del nucleare sono i rischi", Io sono pronunciato in termini estremamente decisi contro i progetti di Cingolani, ma mi sembra profondamente diseducativo non dire che 1) non ci sarà in Italia nessuna ripresa del nucleare che conoscevamo, per una serie lunga di motivi, 2) la fusione nucleare se arriverà (?) sarà alla fine del secolo e 3) se arriverà, non avrà gli stessi aspetti di pericolosità di quello da fissione. Riconoscerlo vuol dire essere subalterni alle lobby nucleari? Siamo meno massimalisti. Se ci si vuole, giustamente, opporre ai progetti di fusione, di là da venire, la gente deve sapere rigorosamente di cosa si tratta, altrimenti la chiamiamo a lottare contro i mulini a vento. Anzi, se non diciamo le cose come stanno, rischiamo che la gente abbocchi all'amo dell'energia illimitata per la crescita infinita: perché, diciamolo, nella massa quanti sono davvero nell'ottica della riduzione dei consumi?
    Quindi NO ai progetti di fusione nucleare - con le motivazioni giuste e spiegando cosa sono -, che son di là da venire e sono imbrogli per far passare la crescita infinita. E mi sembra il modo vero per essere fedeli ai referendum e rilanciare un NO consapevole, Angelo Baracca"

    ............

    Risposta ricevuta via email: "E allora? Quale è il senso di tutto questo puntualizzare ai fini pratici? Dobbiamo fare lezioni accademiche a tutti gli italiani per i vari filoni di ricerca sulla fusione nucleare?
    Anche per le centrali a fissione esistono varie filiere e modelli. Dobbiamo spiegarli tutti?
    A mio modesto parere Baracca non ha mai avuto il senso che non esiste identità tra sensibilizzazione politica di massa e critica specialistica tecnico-scientifica. Ad esempio a differenza di Mattioli e Scalia non vedeva la serietà dei piani di rilancio del nucleare sotto il governo Berlusconi che in realtà erano di origine francese. I piani che abbiamo appunto bloccato con il referendum vinto nel 2011... - Alfonso Navarra"

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