giovedì 20 maggio 2021

L'Orlando Furioso rivisitato (di getto) da Ferdinando Renzetti... ma cosa c'entra con il bioregionalismo? Centra, centra...

 


...da più di un anno sono preso da una strana fissazione: leggo l'Orlando Furioso e ora lo porto sempre con me e spesso leggo i brani a voce alta solitario sulla spiaggia e la mia mente viaggia sull'ippogrifo di Astolfo accompagnato dal corno magico Olifante... nel frattempo ho stilato questo furioso remix...  



oblio subitaneo nuotando nell’aria sotto la luna. orizzonte dell’anima sguardo profondo sorriso di donna getta lontano il nascosto pensiero del mondo. a volte siamo cechi sordi muti distratti pigri. a volte e’ importante scordarsi chi siamo, così possiamo guardiare le cose come se fosse la prima volta che le guardiamo allora scopriamo veramente quanto sono belle e preziose. sono appena atterrato con mia navicella, attendo indicazioni: sempre dritto, sotto un alto elemento foglioso che noi chiamiamo albero siediti e ascolta, ti indicherà la direzione! Om Shanti. crediamo perseveriamo e vinciamo con la forza del leone e la purezza dell’angelo. noi siamo quel che siamo su una terra che non ce’ rosso cuore per il viandante come  il fiore per l’amore noi siamo quel che siamo su una terra che non ce’ il cielo e’ blu i sogni sono blu noi siamo quel che siamo. scordarci chi siamo anche solo un attimo ci può dare un grande piacere come chiudere gli occhi e poi riaprirli e vedere quanto e’ bella la luce. credo che non vedrò mai una poesia bella come un fiore guardo un fiore, se continuo a guardarlo non nasce alcun pensiero, se guardando quel fiore dico questo fiore e’ bellissimo, ecco e’ nato un pensiero! esiste l’amore in se? e’ come chiedersi di fronte al fiore se esiste il profumo del fiore senza l’esistenza degli uomini, come potremmo solo averne l idea? amore quando io ti chiamo amore sei tu che chiamo o il mio amore? grazie sole grazie luna grazie stelle per i doni che ci date! soprattutto grazie luce, stockhausen, compositore tedesco nell’opera licht intuisce che la parola luce contiene tre significati metaforici diversi e complementari: l’intelligenza del cosmo la grazia divina i raggi del sole. tutto un universo musicale vive dentro questa cornice di luce. nel silenzio lascio risuonare le parole scritte pagine di mondi riflessi dentro vertigini sensoriali di un’anima vigile. il Principio Universale si veste da Matrice natura che ci accogli- conforti – nutri-riverbero dalle molteplici lingue – germogliofogliafiorefrutto e animali tutti 

per attutire questo dolore incarnato di frammento——————————graffio sonoro ti ho sentito debolmente una brezza nuvola di notte soffio leggero al soldo di un cavaliere siamo fatti della materia di cui siamo fatti sarò  breve… faccio il pane! ho poco da dire e poco da fare mi sento svuotato incapace di agire e fare qualsiasi altra cosa che non sia ascoltare anche se mettiamo sotto i piedi il lavoro del nostro calzolaio abbiamo le orecchie solo per sostenere le stanghette degli occhiali prendiamo a calci la cosa che più amiamo… il pallone! voglio rivelarvi un segreto, acqua in bocca, c’e’ chi coltiva arti e chi coltiva… orti! una volta entrai nello stato essenziale dell’essere… il chiaro di luna. tu sei…! una rivoluzione in un bacio. rapsodia in blu quando l’estate si fa bella tocco il cielo con le dita morbido e splendente. in questo caso non e’ solo questione di un dito che indica il vuoto senza sapere il perchè qui non ce’ neppure il dito… siamo quel che siamo, di più e di meno di quel che siamo e saremo sempre quello che siamo: uomini e donne. leggerezza leggerezza! certi giorni mi sento così leggero metto pietre in tasca per non volare via. una vecchia giacca grigia, usata, presa tempo fa, al mercato globale di martinafranca, pesantezza pesantezza! certi giorni mi sento  così pesante lego le cordicelle dei palloncini gonfiati di elio sulle spalline della giacca di martinafranca per tirarmi su e giro, un giorno leggero un giorno pesante, un giorno leggero un giorno pesante… corte dei miracoliset (quasi) acustico le nuvole yoga live l auto che passa fa bib bip il tram che fa din  din il treno che fa tut tut la nave che fa uao uao il ciuco raglia————————————————————– senti un po tu che mi guardi da lassù se ne sai di più fallo arrivar quaggiù ancor ti riprendi dallo sfinimento delle cose scritte il comprendimento seppure sai come ben pensi facci sapere il tuo godimento. uff…! quanti siamo! qui si inizia a stare stretti. lettera damore le tue parole  fanno innamorare spingono ad esplorare cio che di me voglio interloquare mi sento  libero  barbone squinternato incatenato. il mio giardino e’ molto bello e’ molto bello perche’ ci sono io punto, nel mio giardino ci sono fiori da odorare guardare sentire, nel  mio giardino ci  sono io, nel mio giardino ci sono ronzii api vespe farfalle bombi nel mio giardino ci sono io il mio giardino e’ sospeso nel vuoto su una grande valle verde e anche piena di case in fondo una grande città incastonata nello sguardo della grande montagna madre nel mio giardino ci sono io punto nero su un grande foglio bianco dove lo spazio e’ spazio il segno e’ segno il segno in spazio lo spazio in segno pietra nera lucida ovale nel mio giardino ci sono io mentre mi scaccolo il naso e faccio palline  di cerume nel mio giardino ci sono io danzo e ballo con il mio essere fiori di darmadar ambush e bismillah piante di muhamhadiyya devongue odori di asiastan blossom flussi di quarzazat didinò e tirib tarab nel mio giardino ci sono io; sono, sono qui, sono qui ora: sedimentazione addizione successione sui colori del vento Rotolando come una pietra per strade che sorridono soli nascenti timide lune tra le braccia di Morfeo che bello cuntar storie un po angelo un po sirena penso alla tua collana di perle rosse per immergermi ancora nella profondità del tuo sguardo mentre mi dedico al mio passatempo preferito passare il tempo volano bottiglie sulla spiaggia cosi mietiamo nuvole su strade che sorridono verso sud motori ruggenti nell infinito il nulla e l'azzurro per chi ha tempo cantiamo, cantiamo e viaggiamo terra pane e libertà tricchetracche e stoffe da vendere valige di ricordi in un intricato dedalo di viuzze piazze solari lunghe scalinate bianche masserie il mare la in fondo brilla come scaglie lucenti palpitante all'improvviso rivelarsi della luce. riprendo la mia via e ripenso rinfrancato ad un vecchio proverbio arabo che dice: l’uomo non ha possibilità contro la grandezza del tempo! solo in due casi riesce ad accoglierla. il primo quando vive con amore il secondo quando fa sua la pazienza. A proposito, la terra ora viaggia a 11 hertz e noi non siamo ancora capaci di rimanere in equilibrio, ecco perché la gente e’ sempre “più fuori”! Arriveremo a 12 e solo chi riesce ad essere “centrato” riuscirà  a rimanere stabile… Ho già scritto troppo. ho anche un circo delle pulci allevo acari giganti e li faccio saltare sugli ostacoli hop…hop…hop…hip…hop…hip…hop.. be bop a lula conto le pecore bee baa boo bii una nessuna cento… cinquanta la gallina canta e tu lasciala cantare finche la  barca va tu lasciala andare tipitipiti cosa  fai tipitipiti dove vai ho pure un sacco di nonsocchè…! come il vento con l’onda. buon viaggiare, in te… in me in noi in voi pure in essi ed anche in caffè punto G collage orfico pieno di sostituzioni manipolazioni citazioni false o meglio copie originali false senza rileggere il delirio omnicomprensivo che ho scritto. domani vedrò se in questo flusso incosciente di energia ce’ qualcosa di buono. mi sembrava che gli angeli avessero voluto quell’incontro e così lasciandomi trasportare dall’ispirazione ne e’ nato il terzo capitolo che ho chiamato lulù, assecondando  volere del cielo. nel tempo libero sua maestà incontra garibaldi: dolce! salato, maestà! dolce, garibaldi! salato, maestà! quando la discussione dura ormai da tempo la regina esclama: dolcesalato, maestà! e li mette d’accordo con una pizza… margherita. salato, garibaldi! dolce, maestà! salato, garibaldi! dolce…. zucchero latte fior di farina sono i biscotti della nonnina. p.s. i cioccolatini al caffè sono buonissimi. lascio decantare gli scritti come il buon vino. Leggo e poi ci rifletto, a volte non mi viene la risposta, cosi lascio correre… penso alla mia fragilità, mascherata nel desiderio di ballare, cantare e far sapere al mondo della voglia di vivere a contatto con la natura. Siamo tutti fragili, a volte ci sentiamo un po’ più fragili ancora e così nascono le nostre fantasie… e meno male che ci sono. l’armonia perduta preme dal profondo verso una nuova fioritura siamo tutti noi ubriachi di sole di dolcezza e di terra. sensorialità gusto appartenenza meditazione silenzio ascolto interiore e profondo. poeta dell’indistinto dell’abbondanza del di qua e del di la del sotto e del sopra ttutto, poeta dell’essere. come gocce d’acqua che cadono dalle foglie dopo la pioggia.. te lo leggo negli occhi in entrambi i casi essenza d’infinito nella spirale di energia dall’oggi al domani al dopo domai e cosi senza soldi in tasca verso casa tornò niente finisce… tutto ricomincia acqua acqua e i numeri siamo noi 380.000 anni dopo il big bang …si libera la luce sulla spiaggia ho incontrato una amica con cui avevo passeggiato il giorno prima, le ho detto: ho scritto una poesia per te! tu sei…! lei ha risposto: ora non posso! (ascoltarla) ed io: e’ già finita! ah ah ah ah…! cosi e’ nata: tu sei…! ora non posso! tu sei un mondo di effluvi impalpabile tu sei un profumo della memoria che evapora come la cipolla la siccità e la pioggia tu sei la luce chiara del mattino che entra dalla  finestra tu sei un odore lontano portato dal vento che afferra nello spazio le cose tu sei la striscia azzurra all orizzonte prospettiva di un estasi interiore tu sei…! curve ellittiche per funzioni modulari. la cura della terra a piedi nudi felice per quello che sei .le ntezza il futuro migliore e’ crearlo solo l inchiostro cavalca il mio spirito mi muovo lento e a fatica nel bosco di linguaggio con il falcetto raccolgo lettere e parole le ammucchio sui fogli bianchi di quaderno in lontananza intravedo cespuglio di frasi di un bel discorso d amor

Ferdinando Renzetti




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