Apparentemente, secondo una visione cartesiana, sembrerebbe che solo l’uomo sia in grado di sperimentare coscienza di sé ed intelligenza discriminativa e sentimenti.
Allo stesso tempo siccome non esiste cosa su questa terra e nell’universo, che possa dirsi separata -in quanto il tutto contribuisce a manifestare le qualità del “tutto”- e la vita stessa è inscindibile nelle sue varie manifestazioni, manifestando radici comuni in tutte le sue forme, di qualsiasi genere e natura, si può intuire che la caratteristica della “coscienza-intelligenza” sia presente in ogni elemento vivo, che dimostra nascita, crescita e morte, sia pur in diversi gradienti.
Facciamo l’esempio della crescita in “intelligenza e coscienza” da parte dell’uomo. Cominciando dalla sua formazione in quanto unione di spermatozoo e uovo, passando per la sua fase embrionale, alla formazione completa degli organi, alla fuoriuscita dal grembo, all’inizio della sua capacità di apprendimento e discernimento… attraverso vari momenti evolutivi che -pur apparentemente differenti in qualità- rappresentano comunque una crescita del medesimo soggetto. Se ciò avviene nell’uomo perché non ipotizzare che possa avvenire in ogni altra forma vitale, pur in una scala differenziata e limitata?
Poi, dal punto di vista poetico ed emozionale, perché non descrivere anche un albero come espressione spirituale della natura? Innegabilmente l’albero è vivo e si esprime attraverso le sue funzioni biologiche e manifesta desideri e repulsioni, come noi umani, in misure e forme diverse…
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