venerdì 4 settembre 2015

"Quei rifiuti sono davvero speciali...", lo dice ISPRA

123 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 8,7 milioni di tonnellate di quelli pericolosi, di cui 1,2 milioni di veicoli fuori uso

182-15 - ISPRA: i rifiuti speciali prodotti in Italia nel 2013

A pochi mesi dal precedente rapporto Rifiuti Speciali, 13esima edizione, viene pubblicato un nuovo rapporto ISPRA (versione integrale - estratto) in cui si evidenza la situazione di questa particolare tipologia di rifiuti negli anni 2012/2013.
Il nuovo rapporto conferma un calo di produzione, che sfiora i 2 milioni di tonnellate, i rifiuti speciali scendono, tra il 2012 e il 2013, dell’1,5%, passando da quasi 133,6 milioni di tonnellate a 131,6 milioni di tonnellate.
Diminuiscono sia i rifiuti pericolosi (-2,6%, -228 mila tonnellate), che in totale ammontano a quasi 8,7 milioni di tonnellate, sia quelli non pericolosi, che scendono dell’1,4% (-1,7 milioni di tonnellate).
Il principale motivo del calo sarebbe da ricercare nella riduzione dei rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione, settore che si trova, ormai da diversi anni, in una situazione di crisi.
Analisi della produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non, per attività economica
Nonostante la crisi, il settore delle costruzioni/demolizioni rimane la principale fonte di produzione di rifiuti speciali, incidendo sul totale per il 37,4%, seguito dal settore manifatturiero (25,7%) e dalle attività di trattamento rifiuti, risanamento e altri servizi di gestione rifiuti (25,2%). Le restanti attività economiche contribuiscono al totale per un 11,7 %.

ripartizione rifiuti speciali non pericolosi per attività economica

In sintesi, per il 2013, dal rapporto ISPRA emerge che la quantità di rifiuti speciali non pericolosi è così suddivisa:
  • 49 milioni di tonnellate, pari al 39,8% del totale di rifiuti speciali non pericolosi, provengono dal settore dellecostruzioni demolizioni, che si conferma il primo produttore di rifiuti non pericolosi nel nostro Paese,
  • 30,6 milioni di tonnellate, pari a circa il 25%, provengono dal settore del trattamento rifiuti,
  • 30,4 milioni di tonnellate, pari a circa il 25%, derivano dal settore manifatturiero,
  • la restante parte, circa il 10,5%, è originato da altre attività.


rifiuti speciali pericolosi  sono, invece, così ripartiti:
  • 3,4 milioni di tonnellate, pari al 39% del totale di rifiuti speciali pericolosi, è prodotto dal settore manifatturiero,
  • 2,5 milioni di tonnellate, corrispondenti al 29,4%, deriva dalle attività di trattamento rifiuti,
  • 1,7 milioni di tonnellate, circa il 20%,  sono prodotti dal settore servizi, commercio e trasporti
ripartizione rifiuti pericolosi per attività economica

Nel 2013, dunque, il settore manifatturiero ha prodotto 3,4 milioni di rifiuti speciali, nella figura sottostante, viene illustrato, nel dettaglio, quali sono le attività manufatturiere che hanno maggiormente contribuito.

rifiuti speciali pericolosi suddivisi per settore manufatturiero

Il 45% circa (oltre 1,5 milioni di tonnellate) del quantitativo di rifiuti pericolosi complessivamente prodotti dal comparto manufatturiero, proviene dai settori della fabbricazione di:
  • prodotti chimici (17,6%),
  • prodotti farmaceutici di base e preparati (14,2%),
  • coke e dei prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio (10,7%),
  • articoli in gomma ed in materie plastiche (2,6%).

Analisi della produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non, per CER europeo
Il rapporto ISPRA analizza i dati di produzione dei rifiuti speciali considerando non solo la provenienza ma anche il codice CER(Elenco Europeo dei Rifiuti – 2000/532/CE).
Tenendo conto di questo codice, buona parte dei rifiuticirca il 37%, stimabili in circa 48,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, ha il CER 17 (rifiuti dalle operazioni di costruzione/demolizione) , seguono, rappresentando circa il 28%, i rifiuti prodotti da impianti di trattamento rifiuti ed acque reflue e da quelli di potabilizzazione delle acque, classificati con il codice CER 19 (Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell'acqua e dalla sua preparazione per uso industriale).

rifiuti speciali per codice CER

Nel dettaglio, guardando i rifiuti speciali non pericolosi, quelli con
  • CER 17 rappresentano il 39% del totale
  • CER 19 sono, invece, il 28,5 %.
rifiuti speciali non pericolosi per codice CER

Nei rifiuti speciali pericolosi, invece, il 26,6% ha il CER 19, mentre al 21,9% è attribuito il CER 16 ( Rifiuti non specificati altrimenti nell'elenco).
I rifiuti dei capitoli 05 (Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone), 06 (Rifiuti dei processi chimici inorganici), 07 (Rifiuti dei processi chimici organici), complessivamente, ammontano a 1,2 milioni di tonnellate, pari al 14,1 %, mentre quellii con CER 17 sono il 7,5% del totale.
I rifiuti a cui è attribuito il CER 10 (Rifiuti provenienti da processi termici),  il CER 12 (Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica), ed il CER 13 (Oli esauriti e residui di combustibili liquidi, tranne oli commestibili, 05 e 12) sono rispettivamente il 6,9%, il 5,1% e il 9%.
rifiuti pericolosi per codice CER

(Fonte notizia: Arpat)

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