lunedì 14 settembre 2015

Chieti. Volpi di troppo - La provincia decreta l'abbattimento di 1791 capi



Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha depositato un esposto presso
la Procura della Repubblica di Chieti per richiedere accertamenti su
una delibera emanata dalla Provincia che ha come oggetto un piano
triennale di abbattimento di ben 1791 volpi.

Pare che tale delibera sia nata in quanto le zone menzionate nel
provvedimento sono “riservate” al ripopolamento, per fini venatori, di
fagiani e lepri. Le povere volpi, per ovvi motivi di sopravvivenza,
sarebbero dunque “colpevoli” di depauperare queste riserve, sottraendo
preziose prede ai cacciatori.

I dubbi che LNDC ha sottoposto alla magistratura sono svariati, in
primis i criteri con i quali è stato effettuato il presunto censimento
che ha portato a un così elevato numero di animali da uccidere e a
quantificali in 1791 unità. Inoltre l'art. 19 comma 2 della legge
157/92 (legge nazionale sulla caccia) testualmente cita: ''tale
controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma
mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'Istituto
nazionale per la fauna selvatica. Qualora l'Istituto verifichi
l'inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare
piani di abbattimento''.

Dalle dichiarazioni rilasciate da un’associazione ambientalista sembra
che questa norma di legge sia stata violata, in quanto si sarebbe
passati direttamente a dar voce alle doppiette. Inoltre nella delibera
è menzionato un presunto parere favorevole dell'ISPRA (Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del quale si
ignora il reale contenuto e sul quale perciò si chiede di far luce.

Già nel 2008 sempre l'ISPRA aveva espresso un parere sfavorevole a una
delibera analoga della provincia chietina, giudicando i piani di
abbattimento non soltanto uno spreco di denaro ma del tutto inutili.
Ma non è tutto. Nel parere dell’ISPRA viene riportata la seguente
dichiarazione: ''Non abbiamo notizie di metodi ecologici approntati
dalla Provincia di Chieti.''

E ancora, sempre all'art. 19 comma 2 della legge nazionale sulla
caccia, per gli eventuali abbattimento sono previste figure
istituzionali quali guardie forestali e venatorie, in discrepanza con
quanto scritto nella delibera provinciale che prevede invece la libera
partecipazione dei cacciatori comuni.

In più sempre nella delibera viene citata l’istituzione di presunti
metodi ecologici di prelievo delle volpi mediante gabbie. E’ lecito
chiedersi, come vengano poi soppressi gli animali e pertanto si
sollecita la procura a valutare se tali metodi potrebbero configurarsi
in un maltrattamento gratuito e incontrollato.

Purtroppo ben sappiamo che le province generalmente sono sottoposte a
pressioni non irrilevanti da parte di associazioni venatorie e
zootecniche che puntano a esercitare la caccia oltre i suoi limiti
temporali, usando espedienti per aggirare la normativa vigente come le
lamentele per i danni subiti. Così volpi, cinghiali, caprioli, nutrie
e daini, tutte prede molto appetibili dal punto di vista venatorio,
involontariamente “provocano” in tutto il territorio nazionale una
sfilza di delibere raffazzonate e caratterizzate da presunte urgenze,
sovente anche da omissioni e elementi non veritieri.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane auspica un interessamento
proficuo da parte dell'Autorità Giudiziaria al fine di valutare
contenuti equivoci e poco trasparenti che in provincia di Chieti si
susseguono ormai indisturbati da tantissimi anni, delibera dopo
delibera.


Michele Di Leva

Responsabile LNDC Caccia e Fauna selvatica

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