mercoledì 30 settembre 2015

Treia : ...per un Comitato "d'amore e d'accordo", in spirito francescano...



Il 4 ottobre ricorre la festa di San Francesco, patrono d'Italia. Ed è immedesimandoci nello spirito francescano che ci siamo trovati, Barbara, Paolo ed io, a raccogliere le olive dette di San Francesco, che si prendono verdi per farle in salamoia. 

Mentre stavamo lì  a raccogliere  abbiamo ovviamente approfittato per parlare delle attività del comitato "Treia comunità ideale" e Barbara  si chiedeva e mi diceva che le avrebbe interessato conoscere le motivazioni per la presenza e la partecipazione, ognuno con le sue possibilità, dei vari componenti .

In effetti, anche quando con Paolo facciamo i nostri incontri, spesso iniziamo con un giro di condivisione in cui ognuno si presenta e racconta quali sono le proprie propensioni e per condividere un pensiero che a vari livelli e in varie modalità, è comune a tutti i convenuti.

Nel caso di questo comitato il leit motiv sembra, almeno a me, quello della necessità di creare un'aggregazione, un tessuto sociale, in cui più persone possano riconoscersi per portare avanti iniziative culturali, ricreative, sportive e soprattutto suggerimenti e possibilità di lavoro e di attività, retribuite o meno, ed anche anche di volontariato.

Mi sono così interrogata sul motivo per cui io, pur per il momento lontana per buona parte dell'anno, mi sento coinvolta e voglio contribuire con le mie idee. 

Già altre volte ho raccontato del mio rapporto con questa amata cittadina, che a volte, anzi, spesso, trovo un po' "distante". So che i treiesi sono "pezzi di pane", buoni e generosi, ma, come un po' in tutti i paesi, se non ci sei nato e cresciuto, ti senti sempre straniero. Credo poi che ci siano anche molti degli stessi treiesi che provano un certo disagio, una certa solitudine. Come, del resto, in tutto il nostro bel mondo occidentale, dove la tecnologia e il "progresso" hanno diminuito la fatica del lavoro, ma non hanno diminuito il tempo che vi viene impiegato, lasciando poco tempo e poche forze per i rapporti sociali. In più il modello consumista imperante ha fatto si che fosse più importante per le persone apparire ed avere invece che essere. E, dato che io questo paese lo amo ed ho sempre pensato che sarei venuta qui a finire i miei giorni, non come mia madre, poveretta, che non c'è riuscita, vorrei che vi si creasse un clima di armonia, amicizia e condivisione, per me e per tutti quelli che già vi abitano. 




L'altro giorno pensavo a voce alta con Paolo: a Treia non c'è bisogno di cose eclatanti, non c'è bisogno di fiere e mercati con centinaia di persone e di feste chiassose e superficiali, ma di piccole iniziative (ma anche grandi come una biblioteca), come un mercatino dei produttori locali, alimentari e artigiani, dove ci si possa incontrare tra produttori e consumatori (consapevoli), un luogo di ritrovo per persone che vogliono coltivare assieme un hobby creativo, come l'associazione Live di Jesi, che abbiamo visitato recentemente, una "casa delle erbe" , anche itinerante, dove mensilmente organizzare passeggiate per il riconoscimento e la raccolta delle erbe spontanee, con una guida esperta, ed il sostegno di iniziative come quella di Barbara che mette a disposizione la sua esperienza nella pratica dello Yoga, organizzare dei laboratori per l'apprendimento di mestieri ormai quasi scomparsi (ceramica, tessitura, lavorazione del legno e del ferro, laboratori di panificazione e di cucina naturale). Un'opportunità concreta di lavoro potrebbe essere data dai numerosi anziani che già vi risiedono, più altri che potrebbero essere attirati dalla tranquillità del luogo e da un servizio di assistenza "itinerante" che potrebbe (e forse già esiste) essere potenziato.

Certo, parte di queste attività sono già in essere, parte potrebbero essere prese in considerazione anche da parte dell'amministrazione comunale che, in un modo o nell'altro, dopo averne valutato l'interesse, potrebbe dare il suo contributo.

Forse ho fatto un po' di confusione ed ho messo tante cose diverse in un calderone unico, ma credo che alcune di queste idee potrebbero essere facilmente realizzabili ed utili per tutta (tutte) la comunità.

Caterina Regazzi





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