domenica 1 maggio 2016

Il limite del paesaggismo



Sapete cosa non va nell'approccio specialistico? Che ci pone tutti gli uni contro gli altri, in un eterno conflitto. Questa gente qui sopra pensa di far bene invece, occupandosi solo della metà della questione ambientale, strafà in un senso (la qual cosa allontana tanta brava gente dal voto verde) e non fa un cacchio nell'altro senso:

Infoltendosi ogni giorno di più iniziative in difesa del paesaggio, suolo e territorio, facciamo attenzione: controlliamo con cura che in esse preliminarmente si chiarisca che a massacrare paesaggio, suolo e territorio sono stati ENTI FINTO PUBBLICI (in mano ai noti burocrati, meglio qualificati come carrieristi, come assunti a vita nello Stato, nelle Regioni, nelle Province, nei Comuni) ed IMPRESE PRIVATE. Per tale ragione sono entrambi questi gruppi a dover essere fermati e costretti a rimediare ai loro errori. Al contrario va gridato forte che gli esseri umani, i singoli individui con le loro FAMIGLIE e SAZIGLIE, hanno sempre custodito, difeso e migliorato il territorio quando vi si sono installati. Per la qual cosa va riaffermato il fondamentale diritto di ogni essere umano di vivere sulla propria terra.

Chi desideri vivere su di un proprio terreno ha il diritto di farlo, un diritto fondamentale che nasce con l'essere vivente e che non può essere estirpato senza serie conseguenze per il singolo e la collettività. Badiamo: l'amore per l'ambiente non può indurci ad andare contro il nostro essere naturale, non possiamo recidere le radici fisiche, oltre che affettive, che ci legano alla natura, al suolo, alla terra. Non possiamo farci questo male poiché esso genererebbe altro male ancora, direttamente ed indirettamente, alla natura, suolo e territorio. Gli esseri umani sono parte bella e buona del paesaggio, al contrario di tante enormi strutture pubbliche e private.

Proviamo a fare alcune considerazioni, cercando di oltrepassare l'affettata ed economicamente interessata cortina dei comunicati stampa dei paesaggisti.

I difensori del paesaggio hanno mai speso una parola per denunciare l'indegna URBANISTICA TIRANNICA che costringe le persone a vivere al bordo di strade supertrafficate, sottoposti a mefitici smog e ad un caotico rumore da indurre la pazzia? Si sono mai ribellati, i paesaggisti, contro quell'urbanistica che ammucchia e comprime gli umani sotto le mura del palazzo del tiranno, una urbanistica che li priva dello spazio necessario ad una buona vita, ad un minimo di AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE ed ECONOMICA? Non si sono forse sempre ben guardati dall'invocare una URBANISTICA DEMOCRATICA, che lascia gli umani liberi di vivere dove meglio possono, hanno mai invocato una LIBERA DISTRIBUZIONE ANTROPICA sul TERRITORIO piuttosto che un disumano ammassamento nei lager urbani, in ghetti in cui la scarsità di spazio toglie ogni energia ed ispirazione?

I paesaggisti portano avanti la MEZZA VERITA' della necessità di difendere il paesaggio senza dir chiaro che, poiché a distruggerlo sono stati gli enti finto pubblici (indebitamente accaparrati a vita, in una democrazia) e le imprese private, sono entrambe queste entità a dover essere fermate mentre, avendolo gli umani sempre preservato, va difeso il loro diritto di VIVERE SULLA TERRA. Non più estromessi come ora. Verità è che i PAESAGGISTI sono mandati dalle ELITE a recuperare le terre che esse perdettero con le democratiche riforme agrarie. I paesaggisti portano avanti il processo inverso: tolgono la terra ai poveri per riportarne il controllo ai potenti ed ai ricchi. Non stanno forse svuotando le campagne da coloro che non producono il cibo per il tiranno, da coloro che non accettano d'essere servi della gleba?

"FATEVI PIÙ IN LÀ, TOGLIETEVI DI MEZZO!"
impongono i paesaggisti agli esseri umani.
Con una giustificazione che sembra uno scherzo:
"PERCHE' CI ROVINATE IL PAESAGGIO".

Mbhé, costoro non l'avranno vinta. Essi oggi fanno leva sulle associazioni, i cui MEMBRI vengono facilmente, metodicamente raggirati col metodo della MEZZA VERITA': si dice loro quel tanto che legittima il loro coinvolgimento, dirigendoli però contro i loro stessi interessi. Ma questa indegna situazione non può durare. Forum, blog, social cominciano ad essere più importanti che non le tradizionali associazioni. Il potere attuale di queste ultime non durerà, perché è giusto non ne abbiano affatto.

A scopo di progresso cerchiamo allora di frequentare quanti più ambienti culturali e politici ci sia possibile. Ampliamo le nostre coscienze. Evitiamo di mantenerci chiusi in specializzazioni che non fanno che privarci di importanti consapevolezze senza le quali non possiamo produrre una buona azione politica. E se oggi i tecnici hanno preso il potere, domani questi stessi tecnici non potranno nemmeno avvicinarsi ad un ambiente politico. Perché sarà evidente l'immane conflitto di interessi che li coinvolge (visibilissimo mentre si litigano appalti e commesse) qualunque sia la specializzazione di cui si fanno rappresentanti. Compresa la difesa dell'ambiente.

Ordunque: chi desidera fare politica, indirizzare le politiche, sarebbe a dire: INFLUENZARE la VITA delle PERSONE, non si limiti ad essere uno specialista. Coltivi invece la ricca molteplicità dell'essere umano, per divenire capace di considerare ogni aspetto di quel complesso ed interconnesso fenomeno che è la vita. Ricordiamolo: non c'è mai stata una sola volta nella Storia che, a tempo debito, i vari "...isti" che si sono succeduti, imponendo le loro ristrette e totalitarie vedute, non abbiano avuto il fatto loro. Ognuno ha sempre avuto, infine, quel che meritava. In quanto esseri umani, sono tanti gli aspetti che dobbiamo considerare. La politica, modificando il corso della vita delle persone, va condotta con la più neutra e raffinata delle sensibilità, non con la brutale forza con la quale sono use muoversi associazioni colme di ottusi membri, protagonisti di quella ben nota dittatura di una maggioranza che ogni cricca, elite, lobby e mafia sa agevolmente pilotare.


Quindi:

     si comprenda che paesaggio, suolo e territorio
     sono stati distrutti dalla mancanza di democrazia;

     si studino allora i principi della democrazia,
     impegnandoci a concretizzarli nella nostra società.


Chi davvero ama la natura è questo che deve fare. Di sicuro non deve più farsi truffare da chi approfitta della dabbenaggine altrui per conseguire risultati non dichiarati. Da un punto di vista politico, la nostra firma è l'unica cosa che ci è rimasta. Non lasciamocela portar via da chi usa la nostra sensibilità per fini suoi.


Danilo D'Antonio
+39 339 5014947

1 commento:

  1. L'ammassamento delle plebi in poche zone ristrette ha anche uno scopo ancor meno dichiarato, collegato a quello che, per il potere dominante, è un pericoloso eccesso di popolazione: quando un domani ci sarà quel che ci sarà, con una sola bomba nella piazza centrale della città faranno fuori tante persone, mentre, se le stesse fossero sparse nelle campagne, sarebbe quasi impossibile ammazzarle tutte

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